Il jazz creolo di Jacky. Dal bop all'hip hop è il nuovo Terrasson

Esce per Impulse l'album "Take this" di Marco Mangiarotti

Jacky Terrasson

Jacky Terrasson

Milano, 20 marzo 2015 - Beccati questo. E molto altro ancora. «Take This» è l’album di debutto del talentuoso pianista francese Jacky Terrasson sulla mitica etichetta Impulse. Riferimento a «Take Five», qui in due takes, il caribean mood di Rollins e certe schegge davisiane (Kind of Blue), l’hip hop e Dave Brubeck. Un esprit molto francese, europeo. Quando occorre e soccorre. Padre francese e madre americana, ex enfant prodige con vent’anni di carriera, Jacky si porta in dote dall’ultimo album «Gouache» (Universal Jazz France) il contrabbassista e bassista americano Burniss Travis (Robert Glasper, Q-Tip, Mos Def), con i nuovi. Il batterista cubano Lukmil Perez (Tito Puente, Giovanni Mirabassi), il percussionista maliano Adama Diarra (Dee Dee Bridgewater, Salif Keita, Toumani Diabaté) ed il vocalist, più beatbox, Sly Johnson (Saian Supa Crew, Camille, Eric Truffaz).

L’idea è un post jazz universale e globale, world e roots, in assoluta libertà di contaminare i temi classici, i Beatles per esempio. E «Come Together» è perfetto per la voce e il beatbox di Sly, «Dance» per il suo pianismo meticcio, qui creolo, che parte sempre da una elegante e classica struttura. Progetto a geometria variabile, con il classico trio che fa perno, le percussioni che ci portano sulle isole del sole («November»). Qui il paragone può essere con Hancock e Corea caraibici, ma Terrasson gioca la carta francese e il suo metissage risulta credibile comunque. La voce che è il reale controcanto di Terrasson, anche in «Kiff». Un po’ alla Al Jarreau. Una partita di tennis d’altri tempi fra l’afrocubano di Sonny e le strade blue diMiles, nelle citazioni interne di «Take Five» e «Letting Go», con la davisiana «Flamenco Sketches». O l’esplicito e complice tributo in «Blue in Green». «Un Poco Loco» di Bud Powell e «Take Five», hit di Dave brubeck scritto da Paul Desmond, sono la sfida a due stili, il labirinto psichico del bop e la sua sofisticata versione College Party. Quando nei campus si ballava il jazz. Deliziosa «Maladie d’amour» del grande Henri Salvador, soprendente l’hit pop 2011 di Gotye, «Somebody That I Used to Know». À la mode du chef.

di Marco Mangiarotti