Sistema Sesto, archiviate le indagini residue. In 39 fuori dai guai dopo cinque anni

La Procura abbandona tutte le accuse ancora aperte per politici e imprenditori: "Prive di riscontri"

Scagionato anche l'ex sindaco Giorgio Oldrini

Scagionato anche l'ex sindaco Giorgio Oldrini

Sesto San Giovanni (Milano), 28 luglio 2016 - «Nessun riscontro diretto» per «attribuire a specifici episodi di corruzione i finanziamenti» all’ex presidente della Provincia Filippo Penati. Nessun «evidente profilo di illiceità penale» a carico dell’ex sindaco Giorgio Oldrini. «Un quadro probatorio troppo fragile» per l’ex assessore ai Lavori pubblici Vincenzo Amato. La Procura di Monza chiede il 18 maggio e ottiene il 13 luglio l’archiviazione del mega fascicolo con 39 indagati – politici e imprenditori sestesi con i loro collaboratori – per ipotesi di reato che vanno dalla corruzione alla concussione fino alla falsa testimonianza passando per svariati reati fiscali.

E' il fascicolo chiesto nel 2011 dagli inquirenti monzesi alla Procura di Milano, che stava per archiviarlo. Da quelle carte sono nati il processo per il cosiddetto Sistema Sesto – concluso con i tre patteggiamenti dell’ex assessore all’Edilizia della Giunta Oldrini Pasqualino Di Leva, della funzionaria comunale Nicoletta Sostaro e dell’architetto Marco Magni – e l’altro procedimento concluso con l’assoluzione di Penati e degli altri 10 imputati. Cinque anni di indagini, e ora l’archiviazione di tutte le posizioni residue «per infondatezza delle notizie di reato e in ogni caso l’insufficienza degli elementi raccolti a sostenere l’accusa in giudizio, ovvero per prescrizione», come scrivono gli stessi pm Franca Macchia e Walter Mapelli. Che, nella richiesta accolta dal giudice dell’indagine preliminare Emanuela Corbetta, analizzano le posizioni di maggior rilevanza.

Per Di Leva, Magni, Sostaro e l’ex direttore generale del Comune Marco Bertoli, le accuse mosse dall’imprenditore Piero Di Caterina sulle attività edilizie municipio sestese «sono rimaste prive di riscontri e comunque riguardano fatti ampiamente prescritti». Per Penati, il suo braccio destro Giordano Vimercati, l’uomo di fiducia del Gruppo Gavio Bruno Binasco e l’architetto Renato Sarno – in merito alla vicenda della Milano-Serravalleniente riscontri diretti che consentano di attribuire finanziamenti a specifici episodi di corruzione, che sarebbero comunque andati prescritti a maggio, cinque mesi dopo la sentenza di assoluzione. Assoluzione che, ammettono Macchia e Mapelli, «svaluta lo spessore probatorio (...) rendendo credibili ricostruzioni alternative» oltre a «indebolire vieppiù ogni accusa» sulla vicenda Codelfa.

Per Vincenzo Amato «la richiesta d’archiviazione s’impone» perché le accuse di Giuseppe Pasini e le movimentazioni di denaro contante nel 2007 costituiscono «un quadro probatorio troppo fragile e risalente nel tempo per essere suscettibile di futuri sviluppi». Infine Oldrini e il finanziamento del Palaghiaccio, l’insediamento di Sky, le bonifiche delle ex Falck e le varianti al Prg: tutto da archiviare, come le accuse di Di Caterina sulla sponsorizzazione del Geas basket. Accuse «prive di riscontri decisivi e spiegate in una logica di totale trasparenza e legittimità da Oldrini». Nessuna «fatturazione di operazioni commerciali inesistenti né finanziamanto illecito al Pd» neppure per la sponsorizzazione della Pro Sesto, né a carico di Oldrini né per l’allora nuovo proprietario delle ex Falck Davide Bizzi.