Esplosione nella palazzina a Sesto: c’è il primo indagato

La Procura di Monza ha aperto un fascicolo penale per disastro doloso nei confronti del 73enne residente nell’appartamento in cui si è verificato lo scoppio

La palazzina sventrata

La palazzina sventrata

Sesto San Giovanni (Milano), 1 febbraio 2018 - L'ombra del gesto volontario dietro l’esplosione che ha sventrato la palazzina di cinque piani in via Villoresi, causando sei feriti. È quanto è emerso dagli accertamenti della squadra giudiziaria dei vigili del fuoco che, su disposizione della Procura di Monza, con l’utilizzo di strumenti sofisticati e tecniche investigative particolari, ha scandagliato l’appartamento al quinto e ultimo piano abitato da un uomo di 73 anni, dove all’alba di domenica 14 gennaio si è registrato lo scoppio a causa di una perdita di gas. Secondo gli investigatori ci sarebbero elementi che renderebbero incompatibile quanto accaduto con l’ipotesi di un fatto accidentale.

Su quali siano questi elementi gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo. Ma ora è sull’anziano residente che si concentrano le indagini della magistratura monzese, che ha aperto un fascicolo penale nei suoi confronti per l’ipotesi di reato prevista dall’articolo 434 del Codice penale: crollo di costruzioni o altri disastri dolosi. Una pista ancora tutta da verificare, ma che apre la strada ad altri accertamenti sul movente del presunto gesto volontario e sull’eventualità di sondare anche le condizioni psichiche del pensionato. Il 73enne, vedovo da qualche anno, ha dichiarato di aver cenato alle 19.30 di sabato e di essersi coricato subito dopo. "Sono stato svegliato dall’esplosione", ha detto ai soccoritori. Ma resta da spiegare il motivo per cui l’anziano si sia procurato ustioni alle braccia. Intanto, ora che gli accertamenti tecnici sono stati eseguiti, verranno tolti i sigilli del sequestro giudiziario all’edificio. Ma questo non vuol dire che gli sfollati potranno tornare nelle loro case.

La priorità è la messa in sicurezza della palazzina, che dovrebbe rendere necessario l’abbattimento di quello che resta quantomeno dell’ultimo piano, impossibile da recuperare. Poi la ristrutturazione dell’immobile per renderlo nuovamente abitabile. Nell’esplosione il 73enne aveva subito ustioni di secondo grado, mentre meno gravi erano risultate le condizioni di salute dei componenti di una famiglia di vicini di casa, cinque persone tra cui anche un bambino. In tutto erano state però diciotto le persone evacuate dopo lo scoppio.