LAURA LANA
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Sesto, caso moschea: documenti insufficienti per la Regione

Antonio Lamiranda, FdI, annuncia di tornare in Procura

Via Luini

Via Luini

Sesto San Giovanni (Milano), 5 maggio 2017 – "Non so se i sestesi sono contenti di passare dal suono delle sirene delle fabbriche a quello del muslim. Però questa è la prospettiva che la Giunta Chittò sta proponendo alla città. Credo che Sesto non sia pronta e non lo voglia". Chiude così il suo intervento Antonio Lamiranda, capogruppo di Fratelli d'Italia, che ieri sera, giovedì 4 maggio, ha incontrato i sestesi al comitato elettorale del centrodestra. Viviana Beccalossi, assessore regionale al Territorio, ha ribadito quanto emerso dall'analisi degli uffici del Pirellone: "La struttura temporanea di via Luini, che attualmente ospita la comunità islamica sestese, è abusiva perché viola le norme urbanistiche. Il Comune ci ha inviato le sue controdeduzioni, rispondendo alla nostra comunicazione. Tuttavia, anche quelle si sono dimostrate insufficienti".

Con queste nuove carte, Lamiranda tornerà in Procura. "Aggiungerò questi elementi alla denuncia che ho già presentato a marzo, quando ho depositato un esposto in cui chiedevo di verificare l'eventuale abuso". Come già 5 anni fa, la moschea diventa uno dei cavalli di battaglia di questa campagna elettorale. "Per noi non è solo uno spot elettorale, ma un impegno costante su territorio – ribatte Lamiranda -. Nel 2008 risale la prima raccolta firme in piazza Oldrini, per l'occasione ribattezzata piazza d'Italia, con 500 adesioni in solo una giornata. Lo stesso anno in un convegno pubblico chiedemmo al centro islamico l'impegno a riconoscere i valori fondamentali della Costituzione, ma senza successo".

Del 2009 la proposta in consiglio comunale di un referendum consultivo per interrogare la città sulla costruzione della moschea. "Sempre nel 2009 con un altro ordine del giorno chiedemmo che fosse bloccata in attesa di un disegno di legge nazionale. L'altro giorno, a Sesto, il ministro Minniti ha annunciato proprio il ddl. Significa che noi guardiamo molto avanti e sappiamo bene affrontare i problemi – sottolinea l'esponente di FdI -. Chiedevamo anche l'uso della lingua italiana, l'albo degli imam, trasparenza nei finanziamenti. Infine, strumenti urbanistici per disciplinare i nuovi luoghi di culto, cosa poi fatta da questa Giunta regionale". Nel 2011 un ulteriore ordine del giorno chiedeva i bilanci sociali delle associazioni religiose e la rimozione della disparità tra uomo e donna. "Per noi deve essere condizione essenziale per riconoscere i luoghi di culto. Mi viene facile fare una battuta visto che a Sesto hanno difficoltà a difendere un consigliere comunale del centrodestra da un'aggressione di un esponente del Pd. Forse di barriere ne dobbiamo rimuovere ancora molte".