Bresso, la vasca nel Parco Nord? Stop fino al 7 giugno

Il Tribunale delle acque conferma la sospensiva fino ad allora. Per realizzare l’invaso verrebbe sacrificato l’attuale bosco di ben 4 ettari

L'area interessata

L'area interessata

Bresso (Milano), 25 febbraio 2017 - Decisione rinviata e sospensiva dei lavori sulla vasca di laminazione: il Tribunale superiore delle Acque pubbliche si è così pronunciato in merito al ricorso presentato dal Comune di Bresso contro la realizzazione dell’invaso artificiale da 250mila metri cubici nel Parco Nord. La prossima udienza è stata fissata per il 7 giugno, riconfermando il provvedimento di sospensione – appunto fino a questa data – su ogni intervento per la costruzione.

In poche parole, se il Comune di Milano – la vasca, secondo il Piano Aipo, dovrà essere scavata sull’ultimo lembo settentrionale della città milanese – decidesse di iniziare i lavori, l’Amministrazione comunale bressese potrebbe chiedere e ottenerne immediatamente il fermo. In questi tre mesi e mezzo "il Tribunale analizzerà la memoria di Regione Lombardia, che noi abbiamo chiesto nel ricorso come controdeduzione – spiega il sindaco di Bresso Ugo Vecchiarelli – Nei fatti, è stata recepita. La vasca è sì del Comune di Milano ma il Piano è per conto di Regione Lombardia. Il nostro ricorso si è basato proprio sul metodo". Nel frattempo arriverà nelle aule del Tribunale superiore un altro ricorso: si tratta di quello presentato dai residenti del Supercondominio di via Papa Giovanni XXIII sempre contro questa vasca che finirebbe, a tutti gli effetti, a poche decine di metri dalle loro finestre. La data dell’udienza è per mercoledì 22 marzo.

Intanto, però, in città si spera in un passo indietro del progetto nell’area del Parco Nord: "Sono fiducioso che il Comune di Milano cambi idea su questo invaso – continua Vecchiarelli – Negli ultimi due anni ci sono stati diversi lavori lungo l’alveo che hanno migliorato il percorso del Seveso. Non ci sono stati più gli episodi dell’estate del 2014 con le esondazioni". Per realizzare l’invaso verrebbe sacrificato l’attuale bosco di ben 4 ettari, con un evidente consumo di suolo a verde naturale: "I 250mila metri cubici della vasca nel Parco Nord non servono – conclude il primo cittadino bressese – Come Comune siamo contrari, e lo ribadiamo ancora una volta. Ne ho parlato anche alla firma del Patto sulla salvaguardia del Seveso tra i sindaci di sabato scorso: i 30 milioni complessivi per le opere relative al progetto in questa zona vengano investiti per sviluppare il principio dell’invarianza idraulica, che è uno dei punti cardine del Patto".