Omicidio Benetti, la criminologa Bruzzone: «Fu premeditato»

All'esame l'auto del presunto assassino dell'ex insegnante colognese

Roberta Bruzzone con l'avvocato Agron Xhanaj

Roberta Bruzzone con l'avvocato Agron Xhanaj

Cologno Monzese (Milano), 17 maggio 2015 - La Fiat Punto bianca e le macchie di sangue di Francesca Benetti sono il perno su cui ruoterà la ricostruzione del delitto di Villa Adua, quando sarà portato in aula dalla criminologa Roberta Bruzzone che, insieme all’avvocato Agron Xhanaj che assiste il fratello della vittima, ha partecipato al sopralluogo sull’auto. L’auto di Antonino Bilella che – secondo l’accusa – è servita all’ex custode del Grossetano a trasportare fuori dalla tenuta il cadavere dell’ex insegnante di educazione fisica di Cologno Monzese, scomparsa appunto da Vila Adua nel novembre 2013.

"La storia dell’auto è una storia in sé dentro il processo molto significativa – ha sottolineato Bruzzone al termine dell’accertamento avvenuto al Comando provinciale dei carabinieri – che va ad incardinare uno degli elementi del capo di imputazione, che è la premeditazione. Proprio sull’auto ci concentreremo moltissimo in virtù di questo passaggio. Riporteremo una ricostruzione estremamente dettagliata molto presto, considerando che siamo a ridosso della nostra udienza tecnica". Soddisfatto anche l’avvocato Xhanaj al termine del sopralluogo. "Era un’opportunità – ha spiegato il legale – per entrare nel dettaglio e ciò che abbiamo visto rafforza la ricostruzione fatta fino a oggi, una sorta di ultimo viaggio di quell’auto".

Una vettura in pessime condizioni. "Era importante vedere con i nostri occhi – ha concluso Bruzzone – Non era possibile ricostruire l’accaduto soltanto guardando le foto. Abbiamo avuto riscontri alla bontà della ricostruzione dei fatti. È stato un momento importantissimo e preziosissimo per mettere il sigillo finale alla ricostruzione del delitto".

Non sono quindi emersi nuovi particolari, quanto la conferma delle condizioni dell’auto che corroborano, secondo accusa e parti civili, le accuse a Bilella, imputato per omicidio volontario e occultamento di cadavere. All’incontro erano presenti anche i pm Marco Nassi e Salvatore Ferraro, che hanno coordinato le indagini sull’omicidio; gli avvocati della difesa Bruno Leporatti e Riccardo Lottini con il consulente Carlo Torre; l’avvocato Alessandro Risaliti che assiste i figli della vittima, Giulio ed Eleonora. "Soprattutto si sono viste le due macchie di sangue – sottolinea Risaliti – l’elemento più importante che c’è nel processo perché fa da collante agli altri, unendoli tra loro".