Vanzago, l’oasi del Wwf mette le ali

Sempre più animali, specialmente volatili, vengono portati e salvati dal "pronto soccorso" dell’hinterland milanese

I volontari dell'oasi

I volontari dell'oasi

Vanzago (Milano), 16 febbraio 2017 - Gufi, gheppi, pipistrelli, minilepri, barbagianni, ma anche ricci e gabbiani. Ad agosto è arrivato perfino un cigno salvato nel lago di Como, ferito al dorso e ad un’ala a causa di un incidente. Ad aprile cinque cuccioli di volpe salvati a Cesano Boscone e un cucciolo di donnola trovato nella provincia di Lecco.

Sono stati 3.625 gli animali selvatici curati e accuditi dal Centro del Wwf di Vanzago, ben 277 in più rispetto all’anno prima. Feriti, abbandonati o vittime di bracconaggio sono stati portati in quello che è noto a molti come un vero e proprio "pronto soccorso" per animali selvatici. Il numero di quelli affidati al Cras cresce ogni anno, basti pensare che quando ha aperto nel 1995 gli animali curati furono solo 186. "Il lavoro non manca, neppure nei mesi estivi e aumenta con l’apertura della stagione venatoria quando ci vengono consegnati centinaia di uccelli impallinati", spiega Andrea Longo, direttore dell’oasi del Wwf.

Nel 2016 sono arrivati 433 merli, 427 ricci, 35 gabbiani, 94 pipistrelli, 191 minilepri, 153 cornacchie grigie, 42 pettirosso, 76 civette e 71 gazze, solo per citarne alcuni. La stragrande maggioranza degli animali viene portata da privati (3.168), gli altri vengono consegnati da Guardie Forestali, polizia locale, ex Provincia di Milano, Guardie Ecologiche volontarie. Al Cras vanzaghese fanno riferimento non solo la provincia di Milano, ma anche quella di Como, Lodi, Monza e Varese. A curare e accudire gli animali ci sono Stefano Raimondi, veterinario responsabile della clinica, e oltre 50 volontari Wwf che con la loro passione e disponibilità consentono al centro di funzionare 365 giorni all’anno. Ma c’è sempre spazio per nuovi volontari e così anche quest’anno il Wwf organizza un corso di formazione che si terrà tra aprile e maggio.

Una nota dolente del 2016 è stato il contenzioso tra Wwf e Città Metropolitana che è arrivato in Tribunale. "Per colpa dell’inspiegabile decisione di Città Metropolitana di non corrispondere il contributo al Cras relativo al 2015 e ai primi quattro mesi del 2016 abbiamo un buco di bilancio di circa 30.000 euro, che per noi sono molto - dichiara Longo - purtroppo nonostante lettere e incontri quei soldi non sono mai arrivati e abbiamo dovuto ricorrere alle vie legali facendo una causa".