Lainate, incendio in ditta: la coop licenzia tutti

Apertura della mobilità per 85 operai della Lufra che lavoravano nell’impianto rifiuti della Caris distrutto in un rogo

Gli operai che lavorano alla Caris di Lainate

Gli operai che lavorano alla Caris di Lainate

Lainate (Milano), 14 dicembre 2016 - Apertura della procedura di mobilità per 85 dipendenti della cooperativa Lufra che lavoravano alla Caris di Lainate, l’azienda che si occupa appunto di raccolta e trattamento dei rifiuti. La comunicazione è arrivata nelle scorse ore ai rappresentanti sindacali che annunciano battaglia in difesa dei posti di lavoro. Gli operai, quasi tutti cinesi, sono in cassa integrazione dal mese di ottobre. Il 29 settembre, infatti, un incendio ha completamente distrutto l’impianto di selezione dei rifiuti e imposto uno stop all’attività lavorativa.

La cassa integrazione in deroga doveva essere prorogata fino a marzo, invece a sorpresa è arrivata la lettera di licenziamento. «La dichiarazione di mobilità è rimasto il solo e ultimo rimedio considerata la cessazione totale dell’appalto e l’impossibilità di reinserire il personale in altre attività - si legge nella lettera - ma siamo disponibili a esaminare, con le parti sociali, tutte le soluzioni possibili per evitare un contraccolpo e un impatto sociale pesante».

Ieri i rappresentanti sindacali di Slai Cobas e Sgb (Sindacato generale di base) hanno incontrato i delegati sindacali per decidere le iniziative di lotta. «C’era la possibilità di prorogare la cassa integrazione almeno per altri tre mesi, ma pare che non ci sia la copertura economica - spiega Renato Parimbelli dello Slai Cobas - e così, in mancanza di garanzie sulla ripresa dell’attività produttiva, l’unico sistema che conoscono è licenziare, senza considerare l’impatto sui lavoratori e sulle loro famiglie». Tra operai e sindacati cresce la rabbia perché gli unici a restare in mezzo alla strada dopo la riqualificazione dell’area ex Alfa Romeo sono stati proprio i lavoratori che, in base agli accordi, avevano diritto a una nuova occupazione.

«Caris è proprietaria dell’area - dice Parimbelli - se riapre, deve riassumere tutti i lavoratori. Se vende al Centro, deve farli riassorbire lì. Tocca a Comuni e Regione sollecitare questa scelta». In attesa dell’apertura di un confronto sindacale, i sindacati annunciano per la prossima settimana un’assemblea dentro il centro commerciale sorto sulle ceneri della fabbrica automobilistica. Ci saranno gli operai della Caris, quelli dell’Innova Service licenziati nel febbraio 2011, quelli della Grenfluff licenziati per vicende giudiziarie e dell’ex Fiat, «visto che ci hanno abbattuto la sede e non abbiamo spazi per duecento persone andremo al Centro. La gente deve sapere cosa sta succedendo nell’area, non si può far finta di nulla».