IL LIBRO DE IL GIORNO DI GENNARO MALGIERI La nascita del Califfato attraverso gli occhi di Quirico

Domenico Quirico lo Stato islamico, comunemente conosciuto come Isis, lo ha visto nascere. Era prigioniero, nel 2013, degli uomini di Jabhat al-Nusra, l’al-Qaeda siriana insomma, quando ne sentì parlare di Gennaro Malgieri

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Il libro de Il Giorno di Gennaro Malgieri

Milano, 27 febbraio 2015 - Domenico Quirico lo Stato islamico, comunemente conosciuto come Isis, lo ha visto nascere. Era prigioniero, nel 2013, degli uomini di Jabhat al-Nusra, l’al-Qaeda siriana insomma, quando ne sentì parlare. Il capo della fazione jihadista Abu Omar andava dicendo che era in costruzione il Grande Califfato. Riemergeva, funesto e violento, il sogno che aveva animato per circa millecinquecento anni il mondo arabo-musulmano e a cui avevano dato forma e consistenza gli Omayydi, gli Abassidi, gli Ottomani. Quirico, reporter de “La Stampa”, in cattività per mesi, rivelò l’ambizioso progetto, ma nessuno o quasi si diede cura di verificare, approfondire, agire. Adesso che la guerra scatenata da Abu Bakr al-Baghdadi, autoproclamatosi Califfo e dunque capo supremo dei credenti, guida spirituale e successore del Profeta, non è più un’eventualità, i potenti del mondo cominciano a preoccuparsi, ma sembra che ci capiscano molto poco di quello che sta avvenendo a cominciare dalla struttura dello Stato islamico la cui organizzazione è stupefacente potendo contare su mezzi economici imponenti che gli consentono di dotarsi di armamenti micidiali ed efficaci. Se a tutto ciò si unisce la crudeltà delle milizie del califfo, reclutate anche in Europa, Stati Uniti, Australia si ha un quadro sanguinario nel quale spicca la bandiera nera del Califfato come vessillo di morte e di soggezione.

Quirico, nel suo libro, a mezzo tra il reportage colto e la descrizione in presa diretta dei focolai di jihadismo che ha incontrato nel suo peregrinare in quel mondo contraddittorio, nel quale le prime vittime sono gli stesi musulmani ritenuti tiepidi o apostati, insieme con curdi, cristiani, sciiti, rappresenta il totalitarismo islamico globale come il nemico assoluto del XXI secolo. Il suo viaggio nell’orrore è punteggiato da valutazioni geopolitiche e storiche che spiegano le convulsioni a ridosso del Mediterraneo e come è potuto accadere che le cosiddette “primavere arabe” si siano trasformate nell’inverno islamista dominato da un oscuro prodotto delle madrasse come al-Baghdadi capace di soppiantare più autorevoli predecessori nell’intento criminale che persegue e mettere in ombra le gesta di Bin Laden relegato ormai, nell’immaginario jihadista, nella bottega delle rivoluzioni incompiute. Quirico incrocia la Siria, l’Iraq, Boko Haram in Nigeria, la Somalia e dimostra, documentandolo con dovizia di particolari, come al-Dawla, lo Stato islamista, non sia più un progetto fantasioso ed oscuro, ma una realtà di riunire i musulmani. Che poi al-Baghdadi voglia stendere la sua nera bandiera sulla Basilica di San Pietro fa parte della megalomania del personaggio, non per questo meno pericoloso di quanto in Occidente si creda.

DOMENICO QUIRICO, Il Grande Califfato, Neri Pozza