Milan, Cutrone non si ferma più. Ma dovrà offrire una cena

Per Cutrone è un momento magico con cinque gol in un mese. E nemmeno l’arrivo di Kalinic sembra poterlo scalfire

Patrick Cutrone (Afp)

Patrick Cutrone (Afp)

Milano, 22 agosto 2017 - Parigi val bene una messa, ma anche segnare val bene una cena. Questo il debito, come tradizione, che Patrick Cutrone dovrà estinguere al più presto con i compagni del Milan. Glielo ricorda Bonucci su Instagram: "Bravo per il tuo primo gol in A, ma ora da tradizione ti aspettiamo a cena, per pagarla". Lo chiede il capitano, impossibile dire di no: "Grazie Leo, sarà fatto". Appuntamento a tavola dunque. Ma per Cutrone è un “Magic Moment” con cinque gol in un mese. E nemmeno l’arrivo di Kalinic sembra poterlo scalfire. Il desiderio di affermarsi, la voglia di crescere sono insite in lui come ripetono in continuazione dalle stanze dei bottoni del Vismara, dove Cutrone è cresciuto bambino diventando un ometto. A segnalarlo lo scout rossonero Luigi Rampoldi che lo nota a 7 anni nella squadra di calcio a 5 della Paradiense (provincia di Como) e lo porta nei Pulcini del Milan.

Centodieci gol nel vivaio, ora sboccia in Prima Squadra. Nel settore giovanile qualcuno gli dava del “Brontolone”: viveva per il gol e diventava una pentola di fagioli quando sbagliava una rete o il portiere faceva una parata importante. Si innervosiva, perdeva lucidità ma non il suo classico temperamento. Ora invece ha capito che il gol resta importante, ma non è tutto. Merito anche di Vincenzo Montella: le sue parole, anche per il suo passato da bomber, hanno nella testa di Cutrone un peso specifico notevole. Come le parole della sua famiglia. Di origine molisana, molto attenta, vicina ma mai invadente. Per Filippo Galli, responsabile del vivaio, "un fattore determinante" nella crescita di Cutrone. Insieme alle sconfitte patite. La nidiata dei ‘98 (Locatelli e Cutrone ma anche Zanellato e Llamas) era considerata il fiore all’occhiello dell’intero vivaio: ma alla fine zero titoli vinti. "La vittoria è formativa nel percorso di crescita - il saggio pensiero di Galli - ma qualche vittoria in più non avrebbe permesso quella sana dose di autocritica". La loro vittoria è essere arrivati in Prima Squadra.

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