'No Expo', guerriglia a Milano: indagini sul supporto degli anarco-autonomisti ai black bloc

Caccia ai fiancheggiatori. E prelievi del Dna di Marinella Rossi FOTO - Il corteo No Expo / Le prime tensioni / Vetrine imbrattate /Tensioni con la polizia / Auto e negozi in fiamme / Devastazioni in città / I milanesi ripuliscono la città /Materiale sequestrato durante il corteo VIDEO - La guerriglia / I danni

Un manifestante in strada

Un manifestante in strada

Milano, 7 maggio 2015  – Entrano nell’inchiesta sul Primo maggio di fuoco dei No Expo anche gli anarco-autonomisti, in prima linea contro gli sgomberi delle case occupate abusivamente. Non solo black bloc, per lo più stranieri, nelle fila dei cinquecento (anche se il numero pare decisamente da ridurre) del blocco di devastatori tra corso Magenta e via Guido D’Arezzo, ma anche un’area antagonista più nostrana (transitata dalle occupazioni di edifici abbandonati al sostegno di singoli occupanti) che risulterebbe aver fornito supporto logistico ai devastatori professionali giunti da Francia, Spagna, Germania, Grecia. Quelli del Mandragola e del Corvaccio, del Giambellino e di via Bramabntino, a sostegno dei cassuer europei.

Le indagini della Digos, coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dal pm Piero Basilone, puntano a individuare, anche con i prelievi di Dna su persone fermate e sugli oggetti lasciati a terra dopo le devastazioni, le varie identità, anche e non solo per comporre (per il futuro e con effetto deterrente) una banca dati che impedisca impunità. Ci sono poi i «manifesti politici» che aiutano gli investigatori a infilare la sonda. Su Facebook, nella pagina di «Autonomia diffusa ovunque», sono esposte le «15 tesi partigiane sul primo maggio milanese»: «Gli obiettivi politici non si misurano con eventuali arresti o attacchi da parte del nemico, ma con ciò che la pratica di questi obiettivi possa creare a livello di avanzamento a medio e lungo termine».

E ora  anche i cinque «casseur» francesi (quattro uomini e una donna tra i 22 e i 28 anni ) - arrestati a Genova sabato notte dalla polizia per aver danneggiato sei auto - risultano iscritti nel registro degli indagati per devastazione dalla Procura di Milano, come partecipi dell’1 maggio milanese. Anche su di loro è stato effettuato il prelievo del Dna - con il sequestro degli spazzolini da denti - da confrontare con gli oggetti lasciati in via D’Arezzo.

Tra i cinque italiani arrestati invece la sera degli scontri per resistenza a pubblico ufficiale aggravata dall’uso di armi improprie e numero di persone, Heidi Panzetta chiede per sé, attraverso il suo legale Paolo Antimiani, il contronto delle impronte digitali: le sue, da raffrontare con quelle sui due bastoni che la polizia le ha visto scagliare contro le forze dell’ordine. Lei dice di non aver mai toccato quei bastoni.

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