
Pane
Milano, 4 febbraio 2015 - Negli ultimi anni, si sente sempre più parlare di allergie alimentari o di intolleranze ed è evidente che si tratti di un fenomeno in crescita. Da dove derivano le cause? “Tra i tanti fattori che possono aumentare il rischio di diventare allergici o intolleranti agli alimenti c'è di sicuro la scadente qualità del cibo” questo è il primo punto evidenziato dal prof. Matteo Giannattasio - medico e agronomo, già consulente del servizio di Allergologia dell’Ospedale dermatologico San Gallicano di Roma – durante l'incontro pubblico “Allergie e intolleranze alimentari. I consigli, le diete e il cibo di qualità” tenutasi a Milano.
E sulla qualità del cibo il professore spiega: “I metodi di produzione agricola e di trasformazione industriale sono basati sull'impiego di grandi quantità di sostanze chimiche potenzialmente nocive, come nitrati, pesticidi, antibiotici, additivi alimentari, solo per citarne alcuni. Queste sostanze, o i prodotti derivanti dalla loro trasformazione, si ritrovano nei prodotti che arrivano sulle nostre tavole e possono causare, direttamente o indirettamente, allergie e intolleranze”. Durante la conferenza Giannattasio si è soffermato sulle cause che negli ultimi anni hanno portato due alimenti molto presenti nella dieta quotidiana di ciascuno di noi, come il grano e il latte, ad essere alla base di sempre più numerose allergie e intolleranze: “Nel caso del grano, la coltivazione di nuove varietà e l'eccessiva concimazione con nitrati di sintesi, se da una parte consentono di aumentare a dismisura le rese, dall'altro influenzano la qualità del glutine facendo aumentare le frazioni che sono responsabili della celiachia e, forse, di quella frequente forma di intolleranza, che viene definita "gluten sensitivity". E per quanto riguarda il latte, molti casi di intolleranza che si registrano attualmente, più che dipendere dalla difficoltà di digerire il lattosio per carenza di lattasi, sono dovuti al cocktail di sostanze nocive che possono essere presenti in questo alimento per effetto delle condizioni di allevamento e dell'alimentazione che mirano a produrre tanto senza badare alla qualità”.
Ecco che un'alimentazione a base di prodotti provenienti da pratiche di agricoltura e di allevamento che mirano alla salute e al rispetto del terreno, degli animali e più in generale dell'ambiente, è la condizione necessaria, anche se non sufficiente, per affrontare questo genere di disturbi, sia per le generazioni presenti che per quelle future. “Oggi sono disponibili alimenti, come quelli biologici, che sono il risultato di pratiche che mirano alla qualità dei prodotti e al rispetto degli animali e dell'ambiente” spiega Giannattasio. Il metodo di produzione biologico esclude l'impiego di pesticidi chimici di sintesi, nutre il terreno e preserva dunque la fertilità del suolo, garantisce agli animali una vita conforme alle esigenze specifiche delle singole specie, avendo cura del loro benessere e limitando strettamente l’uso di antibiotici. La scelta degli alimenti e l'attenzione alla loro qualità, come punti di partenza per prevenire lo sviluppo delle allergie e delle intolleranze, è ancora più importante quando si parla dei più piccoli.
“Esistono "finestre" nelle prime fasi dell'esistenza, come la vita intrauterina, la fase di allattamento al seno e quella di svezzamento, in cui si è particolarmente suscettibili alle sostanze nocive presenti negli alimenti. - conclude Giannattasio - Per questo motivo, alcune istituzioni scientifiche raccomandano alle mamme di badare alla qualità di ciò che mangiano durante la gravidanza e l'allattamento al seno, e del cibo che danno ai loro bambini durante lo svezzamento. Naturalmente la prevenzione non si fa soltanto con il cibo di qualità. Si fa prevenzione anche evitando il fumo, ricorrendo ai farmaci soltanto se veramente indispensabili, evitando il cibo spazzatura e circondando i bambini di affetto e serenità. Ricerche recenti portano a sospettare che l'insorgenza delle allergie può essere favorita anche dalla mancanza di sonno”.