Inter: la Cina apre, Suning ride. Ma resta l’ostacolo Uefa

Attesi rinforzi. Parla Zhang Jindong: "Abbiamo fiducia"

Inter: Suning "Pronti a investire"

Inter: Suning "Pronti a investire"

Milano, 19 ottobre 2017 - Il primo ostacolo è stato superato. Senza dover fare molto, se non accogliere (positivamente) l’apertura di Xi Jinping, segretario del Partito Comunista Cinese, durante l’atteso congresso iniziato ieri a Pechino. Nel discorso iniziale è stata confermata la volontà di una maggiore apertura al mondo esterno, anche in termini di investimenti, il che dovrebbe dare un pizzico di possibilità di manovra in più ai colossi come Suning, che al governo centrale sono molto legati. I destinatari dei moniti dei governanti arrivati nei mesi scorsi probabilmente non erano di stanza nella Milano nerazzurra e in parte si riferivano alle spese che nel mondo calcistico hanno caratterizzato la SuperLiga, in cui Suning ha in mano lo Jiangsu allenato da Fabio Capello.

«Abbiamo fiducia, dobbiamo cogliere l’opportunità e continuare a lottare per sviluppare una strategia aziendale», ha commentato ieri Zhang Jindong riguardo alle possibilità di crescita del Paese, secondo quanto riportato da Sina Technology. La strategia della famiglia Zhang l’estate scorsa è stata quella di spendere con giudizio, sul fronte cinese e su quello italiano, ma non solo per attendere ulteriori indicazioni dall’esecutivo cinese. Almeno per quel che riguarda l’Inter, infatti, il vero ostacolo resta il Fair Play Finanziario, gli accordi con l’Uefa presi da Erick Thohir per rimettere in piedi un bilancio in difficoltà. Senza la qualificazione alla Champions League, grande obiettivo sportivo della stagione in corso, difficilmente cambieranno gli scenari in maniera sostanziale. In compenso le parole di Xi Jinping aiutano ad avere di fronte un “problema” solo e non due, quali sarebbero stati di fronte a una posizione differente da parte della Cina.

Gli spifferi provenienti dal mondo nerazzurro in queste settimane fanno intendere che a gennaio qualcosa si muoverà, anche se non sono in previsione spese pazze. L’Inter ha bisogno di mettere a posto la rosa soprattutto per quanto riguarda i centrali difensivi, dove i soli Miranda, Skriniar e Ranocchia (prima scelta in caso di eventuale forfait di uno degli altri due) non sono numericamente sufficienti per poter stare tranquilli. Per questo nell’ultima finestra si è cercato, senza grandi fondi a disposizione, di prendere un elemento di valore in prestito. Tentativi vani, perché né Mangalà né Mustafi (primi nomi sul taccuino di Ausilio e Sabatini) erano in vendita a condizioni vantaggiose. Come detto, il vero spartiacque sarà l’approdo o meno nell’Europa che conta, conseguente all’arrivo nei primi quattro posti in Serie A. Allora, a giugno, potrà essere possibile mettere mano al portafoglio in maniera più robusta e magari acquistare il trequartista con caratteristiche da incursore richiesto da Luciano Spalletti. Sotto questo punto di vista, a livello comunicativo, una grossa mano a Suning la sta dando non solo la buona classifica in campionato, ma anche la volontà del tecnico di non forzare la mano alla società. «Mi sono state fatte delle promesse, se non saranno mantenute verrò qui a dirlo», furono le sue parole in ritiro, ma quando ad agosto la proprietà ha fatto marcia indietro sulle reali possibilità economiche l’allenatore ha scelto di accettare comunque la scommessa. La strategia, per coerenza, dovrebbe restare la medesima anche nei mesi a venire.

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