LUCA GUAZZONI
Inter

Inter, torna Thohir e salva De Boer: "Farà crescere la squadra"

Poco prima era stato Ausilio a definire «sciocchezze» le voci relative ad un esonero

Frank de Boer

Frank de Boer

Milano, 17 settembre 2016 - Inter a processo dopo clamoroso rovescio contro l’Hapoel Beer Sheva ma la società non mette De Boer sul banco degli imputati. Almeno per il momento. Il presidente Erick Thohir e il direttore sportivo Piero Ausilio (vicino al rinnovo fino al 2019) a distanza di poche ore confermano il ruolo centrale nel progetto del tecnico olandese. «Siamo vicini a De Boer - sentenzia Thohir dall’Indonesia nel tardo pomeriggio -, saprà trovare il modo di far crescere questo gruppo di ragazzi e riportarli a lottare per le posizioni che un club come il nostro merita».

Poco prima era stato Ausilio a definire «sciocchezze» le voci relative ad un esonero. Gli spifferi parlano però di un contatto con Capello per sondarne la disponibilità in alternativa a Prandelli che già la scorsa primavera aveva incontrato Suning per la panchina del Jiangsu. «Dovrei usare parole forti - la reazione del ds alle voci -, ma ci sono delle signore». Certo che un’altra brutta partita contro l’arci-rivale della Juventus, davanti alla dirigenza al gran completo (compreso l’azionista di riferimento Zhang Jindong), potrebbe minare la fiducia sul lavoro di De Boer. Un allenatore scelto, nel marasma societario, dall’azionista di minoranza (Thohir), al pari del suo predecessore (Mancini da Moratti).

Thohir la voce, Ausilio il braccio. La dirigenza si è esposta a favore del tecnico puntando l’indice contro i giocatori. «La prima partita di Europa League - mena duro il presidente - non è andata come volevamo. Non solo il risultato è stato molto negativo ma la prestazione non è stata all’altezza. Bisogna parlare poco e lavorare sodo. Ci vuole concentrazione, fiducia, rispetto per i tifosi (cui De Boer ha chiesto scusa dopo la sconfitta, ndr) e carattere per rialzarci». Parole che lo stesso Ausilio riporta nello spogliatoio: «È un momento di difficoltà ma siamo sicuri di poterne uscire. Domenica (domani) è una grande occasione».

Ingenuo però imputare tutte le colpe alla squadra: De Boer ha sottovalutato l’avversario schierando una formazione troppo rimaneggiata per competere in un’Europa minore mentre la filosofia del “gioco champagne per dominare” tanto ostentata non si vede ancora. Non fosse stato per Icardi (autore degli unici tre gol in stagione) la classifica sarebbe drammatica. Preoccupa l’approccio alle gare: troppi errori, poca concentrazione e zero cattiveria. Anche per questo domenica, prima della gara, Thohir, Zhang e Zanetti incontreranno De Boer per capirne i pareri e le necessità.

De Boer intanto, tra le mura di Appiano Gentile, chiama ad un esame di coscienza i giocatori. “Orgoglio” e “dignità” i concetti su cui batte. L’allenatore è rimasto molto deluso, quasi ferito, dall’atteggiamento della squadra e - oltre al solito lavoro tattico e atletico sul campo - martella i giocatori per cercare di scuoterli. Joao Mario sfugge alle domande sul confronto con un semplice «l’atmosfera è positiva dopo la vittoria di Pescara». Come se l’amaro giovedì di coppa non fosse mai esistito. Domani contro la Juventus è già gara da dentro o fuori: il derby d’Italia vale sempre più dei tre punti; in questo caso può già valere la stagione. Probabile formazione dell’Inter (4-2-3-1): Handanovic; D’Ambrosio, Miranda, Murillo, Nagatomo; Joao Mario, Medel; Candreva, Banega, Perisic; Icardi.

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