Expo, Padiglione Zero: la porta d'ingresso all'Esposizione

Diecimila metri all’ingresso ovest, dedicati alla storia del cibo. Ideato da Davide Rampello e Michele De Lucchi, il padiglione è pensato come un pezzo di crosta terrestre sollevato e sarà l'unico a rimenere aperto la sera. Un percorso scenografico e teatrale , che si preannuncia come uno dei più suggestivi e spettacolari

Le dune del Padiglione Zero che accoglie i visitatori con una storia sul rapporto uomo-cibo

Le dune del Padiglione Zero che accoglie i visitatori con una storia sul rapporto uomo-cibo

Milano, 1 maggio 2015 -  Il Padiglione Zero è  la porta d’ingresso di Expo 2015. Diecimila metri all’ingresso ovest, dedicati alla storia del cibo. Ideato da Davide Rampello e Michele De Lucchi, il padiglione è pensato come un pezzo di crosta terrestre sollevato e sarà l'unico a rimenere aperto la sera: il risultato sono cupole di legno, alte da 20 a 26 metri, che richiamano i Colli Euganei. Percorso scenografico e teatrale , che si preannuncia come uno dei più suggestivi e spettacolari di Expo Milano 2015. 

COSTRUZIONI Sopra, le dune del Padiglione Zero che accoglie i visitatori con una storia sul rapporto uomo-cibo A destra, il palazzo della Cina, caratterizzato dal tetto a onde e da una distesa di fiori gialli all’ingresso (Ansa)Il padiglione è un percorso in dodici grotte, o stanze, più una conclusiva dedicata a cinque storie di buone pratiche alimentari. Inizia con un enorme Archivio della memoria di 23 metri per 50, una facciata in noce e faggio, fatta di cassetti e boiserie e ispirata ai sistemi di memoria artificiale del Cinquecento e Seicento. Sul retro viene proiettata la storia delle prime arti: caccia, pesca, coltivazione e allevamento. Poi, un albero della conoscenza di 23 metri che buca il soffitto indirizza verso la stanza della cultura vegetale. Quindi si passa all’allevamento con una gigantesca Arca di Noè piena di animali. Nella stanza dei recipienti c'è autentico materiale archeologico, poi c'è la stanza dell’industrialesimo e una Borsa mondiale del cibo, con maxischermo, sul retro del quale c’è la stanza dell’iperconsumo alimentare con un'installazione fatta di rifiuti. Il percorso si chiude con due messaggi positivi. Quello della Sala dei Paesaggi con gli esempi virtuosi del lavoro di una comunità di agricoltori e dell'industria alimentare consapevole e le proiezioni di suggestive immagini per paesaggi agrari del mondo: armonia ed equilibrio fra uomo e natura. E quello delle Best Practices: cinque storie dei migliori progetti di cooperazione per lo sviluppo. In molte zone vengono proiettati video: su caccia, allevamenrto, pesca e coltivazioni, pratiche anti-spreco  o spezzoni di film famosi.