"Lasciateci fare la analisi del Dna e smaschereremo i cibi contraffatti"

Luciano Oscar Atzori, dell'Ordine nazionale dei biologi, racconta la battaglia degli scienziati per portare in tavola la sicurezza di Luca Zorloni

Un laboratorio di analisi

Un laboratorio di analisi

Milano, 24 luglio 2014 - "All'Expo bisogna discutere dei grandi temi della nutrizione. Lo sa che in Perù è stata ideata una patata (la Kawsay, ndr) ricchissima di vitamina C, di ferro, in grado di crescere sulle Ande, immune ai parassiti, che sta diventando la soluzione ai problemi della malnutrizione? Ed è una patata. Queste sono le cose di cui mi auguro si parli". Ha le idee chiare Luciano Oscar Atzori, consigliere e segretario dell’Ordine nazionale dei biologi (Onb). E promette che i suoi associati, 50mila in tutta Italia, faranno la loro parte nel dibattito sui temi dell’Esposizione universale del 2015. A cominciare dalla battaglia sulla trasparenza della filiera del cibo che serviamo a tavola.

Atzori, l’agroalimentare made in Italy è a rischio? "Sì, l’attacco arriva da due fronti. Da un lato ci sono le frodi e le falsificazioni sulle tracciabilità di un prodotto. Dall’altro, ci sono azioni di concorrenza scorretta. Il Regno Unito ha attivato un sistema di etichetta a semaforo. Il problema è che con questo sistema i prodotti fiore all’occhiello del made in Italy, come l’olio extravergine o il Parmigiano reggiano, hanno il semaforo rosso (che sconsiglia il consumo, ndr). Questo sistema ci penalizza perché non valuta il prodotto nel contesto di una dieta e potrebbe creare un problema per i nostri alimenti più nobili".

Come smascherano i biologi le frodi alimentari? "Facciamo un esempio: se lei oggi va a comprare del pesce, lo trova bianco candido. Per natura non è di quel colore: vengono fatti dei trattamenti con l’acqua ossigenata e proprio perché dopo due minuti non possono più essere dimostrati con gli strumenti di analisi attuali. Sarebbe meglio fare esami sul Dna, ma al momento in Europa non sono legali. Oggi facciamo ancora ricerche chimiche, che sono mirate su un elemento e non su tutti gli altri e sono perciò anche più costose». 

Chiedete nuove regole quindi? "Le regole ci sono già ma non sempre sono applicate, gli organi di controllo non riescono ad essere capillari".

Siete favorevoli o contrari alla proposta di togliere la data di scadenza dai cibi non deperibili in discussione in Europa? "Non la toglierei, ma oggi la data imposta sui prodotti non deperibili è molto restrittiva e potrebbe essere più lunga".

A quali altri settori del made in Italy la biologia dà un contributo? "C’è il settore della biotutela dei beni culturali, l’opera d’arte che si deteriora è un problema. È stato un biologo a indicare la cura per recuperare la prima copia della nostra Costituzione".

luca.zorloni@ilgiorno.net