Blitz degli studenti, insulti e urla: contestano Fedeli, sabotano Bicocca / FOTO e VIDEO

L’irruzione durante l’inaugurazione dell’anno accademico

Lo striscione esposto dagli studenti (Ansa)

Lo striscione esposto dagli studenti (Ansa)

Milano, 22 novembre 2017 - Vent'anni di Bicocca, un programma fitto, che partiva dal coro studentesco per chiudersi con i ricercatori, l’anima dell’Università; in centro gli interventi di Enrico Letta e della ministra Valeria Fedeli. Questa la scaletta dell’inaugurazione dell’anno accademico, cucita da mesi, stravolta in corsa. Non tanto dallo sciopero che ha fatto perdere il volo alla ministra: la Fedeli a Milano è arrivata lo stesso.

Ma proprio la sua presenza ha scaldato un gruppo di studenti delle superiori, dei collettivi e dell’Organizzazione studentesca autonoma, che si sono fatti trovare all’appuntamento con caschetti in testa, striscioni per «sabotare l’alternanza scuola-lavoro» e una buona dose di rabbia. E pazienza se sulla Bicocca non avevano nulla da dire: la ministra non era ancora atterrata a Linate e la protesta iniziava a montare. Da un lato le note del coro, dall’altro i pugni contro le porte: «E gli studenti non li fate entrare? Vergogna», tuonavano da fuori. A nulla sono serviti i tentativi di mediazione del rettore Cristina Messa. «So che volete parlare di alternanza scuola-lavoro e di altro. Non è questo il momento, ma trovate un portavoce, stendete un comunicato e quando arriva al ministra ne parliamo». Per tre volte mentre parlava il presidente del Consiglio degli studenti e il rappresentante del personale tecnico e amministrativo hanno cercato di fare irruzione. Fuori ha preso vita un corteo che ha girato per le aule con una cinquantina di studenti. Dentro caldi applausi incoraggiavano il rettore a proseguire.

Parla il sindaco, parla Letta, quando è il momento della Fedeli qualcuno dall’interno spalanca la porta. Il rettore ritenta il dialogo, scortata dal questore Marcello Cardona. Inciampa. Spintoni, urla: porta danneggiata. ll gruppo entra. «Ci fanno lavorare gratis – dice un rappresentante –. I percorsi sono fasulli e vengono fatti in aziende non idonee. Il sistema ha fallito». «Ciascuno democraticamente esprime le proprie opinioni con responsabilità. Vi ringrazio di avere sollevato un tema a cui penso che il mio ministero debba lavorare con più forza e qualità», prova lei. Fischi, urla, dialogo impossibile. I contro-fischi arrivano dalla platea: «State togliendo ad altri studenti il diritto di essere premiati», ricorda qualcuno. La Fedeli alza i tacchi e se ne va. Il picchetto si scioglie e abbandona l’aula con qualche insulto finale. I riflettori si riaccendono sugli universitari da premio, sui ricercatori a cui è dedicata la mostra «Cervelli permanenti». Alla chiusura della cerimonia un altro gruppo di studenti prende la parola: sono di Scienze della Formazione, avevano cercato di entrare anche loro, volevano far recapitare una lettera alla Fedeli per ricordare che «una sentenza del Consiglio di Stato potrebbe confermare che la nostra laurea varrà meno di un diploma». Avevano pianificato di alzarsi in piedi in silenzio mentre parlava la rappresentante degli studenti: «Ci dissociamo dall’altra protesta, non condividiamo le modalità». Cristina Messa prende la loro lettera, li ringrazia, si impegna a consegnarla alla Fedeli mentre dà ufficialmente inizio al nuovo anno accademico.

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