Processo ai Bossi, sindaca leghista 'costretta' a presentarsi in aula

Accompagnamento coatto e multa di 300 euro per la prima cittadina di Lazzate, che non si è presentata in udienza per ben due volte. Assente anche l'ex senatrice Rosi Mauro

Umberto Bossi col figlio Renzo, detto il ‘Trota’ (Imagoeconomica)

Umberto Bossi col figlio Renzo, detto il ‘Trota’ (Imagoeconomica)

Milano, 27 febbraio 2017 - Non si è presentata in aula a testimoniare al processo 'The family' sulle spese dei Bossi con i soldi della Lega, e ora il giudice ordina che sia proprio la polizia locale che fa capo a Loredana Pizzi, sindaca leghista di Lazzate, in provincia di Monza e Brianza, ad accompagnarla in tribunale. D'altronde non è stata la sola. Perché le udienze sono state disertate da tutti i testi citati, primo cittadino compreso. Il processo vede imputati Umberto Bossi, il figlio Renzo, e l'ex tesoriere della Lega Francesco Belsito per appropriazione indebita per le presunte spese personali con i fondi del Carroccio.

La testimonianza in aula della leghista Pizzi era già stata fissata per il 14 dicembre scorso. Ma lei aveva dato forfait senza neppure presentare richiesta di legittimo impedimento. Per questo oggi il giudice l'ha condannata anche al pagamento di un'ammenda da 300 euro disponendo per lei l'accompagnamento coatto in aula. Sarà la stessa polizia locale di Lazzate, ha stabilito il giudice, a "comunicare l'eventuale intenzione del teste di comparire spontaneamente" ed, eventualmente, a portarla in aula coattivamente. La donna è stata citata come testimone dalla difesa di Francesco Belsito. Sempre oggi era prevista la testimonianza dell'ex senatrice della Lega Rosi Mauro, assente anche lei. L'ex vicepresidente del Senato è stata citata come testimone da Alberto Ramin, difensore dell'ex tesoriere del Carroccio Francesco Belsito. Secondo l'avvocato Ramin, Rosi Mauro "non ha una residenza" e perciò non è stato possibile contattarla. "Il difensore di Belsito non racconti che non ho una residenza, evidentemente non sa fare bene il suo mestiere", ha tenuto a sottolineare l'ex dirigente leghista che ha aggiunto: "Ho già inviato alla Procura di Milano un fax e il 13 sarò un aula a testimoniare. Se l'avvocato Ramin non è in grado di trovare la mia residenza, è un problema suo. Se io dovessi trovare l'indirizzo dell'avvocato Ramin, mi impegno e lo trovo. Evidentemente - ha insistito - soltanto l'avvocato Ramin non sa che io ho una residenza". Le altre udienze saranno poi il 27 marzo e il 28 aprile.

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