Emergenza caldo per i clochard: 'Milano in azione' non va in ferie

Non solo anziani e disabili. A patire il caldo infernale di questi giorni sono anche i senza dimora

SORRISO A sinistra  una volontaria aiuta un clochard Sotto il presidente del sodalizio Luca Sechi

SORRISO A sinistra una volontaria aiuta un clochard Sotto il presidente del sodalizio Luca Sechi

Milano, 26 giugno 2017 - Non solo anziani e disabili. A patire il caldo infernale di questi giorni sono anche i senza dimora. Quando la temperatura percepita si avvicina a 40°, le difficoltà ordinarie della vita di strada si complicano. Sui marciapiedi la climatizzazione non esiste e non si può fare una doccia o cambiare la maglietta impregnata di sudore a piacimento. «Già con la fine del Piano freddo, il 31 marzo, il Centro Aiuto di via Ferrante Aporti riduce gli orari di apertura, chiudendo alle 20 da lunedì a venerdì e alle 15 nel weekend (invece che alle 24, ndr).

E le unità di strada di alcune associazioni diminuiscono in questo periodo, perché è più difficile reperire volontari disponibili a dare una mano» spiega Luca Sechi, presidente e fondatore di Milano in azione onlus (Mia). «È vero - aggiunge - che l’esercito degli “invisibili” si riduce di circa il 30% a Milano nei mesi più caldi, sulla base della nostra percezione. Chi è costretto a fare accattonaggio per sopravvivere si sposta infatti nelle mete turistiche, perché la metropoli si svuota. Decide di trasferirsi nei luoghi di villeggiatura anche chi è alla ricerca di un’opportunità di lavoro che più facilmente si presenta in certi luoghi. Ma l’emergenza rimane. E a rimanere nel capoluogo lombardo sono i soggetti più fragili».

A loro fianco, da cinque anni, c’è l’associazione di volontariato guidata da Sechi che non chiude mai “per ferie”, garantendo agli emarginati assistenza e generi di prima necessità, persino ad agosto. «Continuiamo ad offrire un supporto con tre unità di strada. Il venerdì sera in centro e martedì e domenica sera nella periferia sud ovest, dal cavalcavia Ghisallo fino al Parco delle Cave. Da aprile di quest’anno, poi, abbiamo attivato un’unità mobile speciale dedicata alla distribuzione di guardaroba che raccogliamo nel corso dell’anno con donazioni spontanee. Abbiamo consegnato una cinquantina di indumenti in tre mesi».

La scelta di offrire un supporto continuo ai senza tetto è maturata consapevolmente: «È importante non interrompere il percorso iniziato nei mesi invernali, se si vuole facilitare il reinserimento nella società». Chi sono gli “angeli” della strada? «Anche questo mese i volontari di Mia sono stati una trentina. Tre su quattro sono donne. Sono in aumento i ragazzi fra i 20 e i 30 anni. Non è vero che i giovani siano indifferenti al prossimo».

Il presidente Sechi suggerisce anche come aiutare davvero: «Consegnare denaro alle persone senza dimora significa quasi sempre alimentare i problemi che le hanno portate sulla strada, come alcolismo, droga, gioco d’azzardo. Meglio offrire loro i beni di cui hanno bisogno e farlo possibilmente attraverso organizzazioni, preparate per affrontare una realtà più complessa di quanto possa sembrare».

Annamaria Lazzari

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