Fabrizio Corona, don Mazzi offre ospitalità a Exodus: "Sta pagando un reato morale"

"Sono incazzato", don Antonio Mazzi ha visitato in carcere a Natale l'ex fotografo dei vip e spiega: "Potrebbe lavorare in palestra con i miei ragazzi disperati"

Fabrizio Corona

Fabrizio Corona

Milano, 13 gennaio 2015 - "Io sono incazzato", non ci va leggero don Antonio Mazzi che offre la sua ospitalità a Fabrizio Corona. "Perché è ancora in prigione - si chiede il fondatore di Exodus -? Perché? È puro accanimento. Ma di che cosa stiamo parlando? Di un ragazzo che ha fatto qualche fotografia ed è fuggito a bordo di una Fiat 500 in Portogallo? Suvvia. Se non lo liberano, se non gli consentiranno di accedere a misure alternative al carcere, se non avrò la possibilità di ospitarlo nella mia comunità, racconteremo una triste storia della giustizia italiana". Così, sul numero di 'Chi' in uscita mercoledì 14 gennaio Don Antonio Mazzi, fondatore della comunità Exodus, svela un retroscena del percorso giudiziario di Fabrizio Corona, che sta scontando una pena di 9 anni e 8 mesi nel carcere di Opera.

Il prossimo 22 gennaio, infatti, il tribunale di sorveglianza di Milano discuterà l'istanza di detenzione domiciliare presentata dai difensori dell'ex agente fotografico. "Non voglio nemmeno pensare che la richiesta non venga accettata", prosegue don Mazzi. "Ho visto Fabrizio di recente. Ha attraversato un mare in tempesta. Non sta bene. La magistratura lo ha trasformato in un "caso" chissà per quali motivi. Non è un terrorista, non è un mafioso. Si sta facendo la galera per un reato morale. La magistratura è scivolata su una banalità. Io sono incazzato". "Nella mia comunità - racconta Don Mazzi - ho ospitato Erika De Nardo, che ha ucciso madre e fratellino (il delitto di Novi Ligure, ndr). Per il duplice omicidio è stata condannata a sedici anni. Due in più di quelli comminati a Corona, che era stato condannato a quattordici anni, ora commutati a nove anni e otto mesi. A Natale, dopo aver celebrato la messa in carcere, non l'ho visto bene".

Don Mazzi spiega di essere "pronto da anni ad accogliere Fabrizio qui. I magistrati hanno la documentazione in mano che dimostra come la comunità Exodus sia idonea per recuperare il detenuto Corona. Qui da me lo aspetta la palestra. Il suo ruolo sarà quello di far sudare i miei "ragazzi disperati", che non hanno voglia di faticare. Il suo compito è già pronto. Lo aspetto, anzi lo aspettiamo qui".