Tafferugli in fabbrica: tre camionisti in ospedale

Trezzo sull'Adda, notte di tensione ai cancelli della Lillo, fuori dalla base logistica dei discount

Un momento dell'agitazione

Un momento dell'agitazione

Trezzo sull'Adda (Milano) - Scontri e tafferugli ai cancelli della Lillo spa, notte di tensione a Trezzo fuori dalla base logistica dei discount MD e LD, gestita dall’azienda che distribuisce le derrate nei punti vendita, la Gima.Trans., appaltatrice delle merci del colosso degli alimentari low cost. Sono sette dei loro 120 autisti (i dipendenti salgono a 150 se si aggiungono i 30 facchini), a cui hanno dato man forte una quarantina di colleghi, ad aver bloccato i cancelli e l’uscita dei rifornimenti dopo mesi di trattative difficili sulle condizioni di lavoro.

«Vogliono riconoscerci 0,52 centesimi di straordinari al giorno. Non all’ora, al giorno», scandisce Luca Esestime, delegato Sì-Cobas, uno dei tre finito in ospedale dopo quattro ore e mezzo di attriti «e un’aggressione finale», aggiunge il sindacalista. I pugni in faccia che gli avrebbero assestato altri camionisti, decisi invece a caricare e a consegnare. Codice verde, quindici giorni di prognosi. Il presidio è scattato contro il trasferimento di tre delegati Cobas dalla sede di Mantova a quella Trezzo, deciso nei giorni scorsi. «Ma non si contano le azioni disciplinari nei nostri confronti», lamentano gli iscritti alla sigla, diventati sempre meno «dopo la cura a cui siamo stati sottoposti».

In viale Lombardia sono arrivate anche sei pattuglie dei carabinieri di Vimercate, che per ore hanno tentato di sedare gli animi. Ai cancelli anche il datore di lavoro, Mario Quarti, che ha liquidato la pratica in poche parole: «Conosco due delle persone che hanno inscenato il blocco, gli altri non so chi siano». E non aggiunge altro. La protesta è scattata dopo tre anni di «confronto impossibile», spiegano gli autisti. «Abbiamo sempre cercato una soluzione bonaria ai nostri problemi, chiediamo solo di discutere pacificamente, ma ci hanno sempre e solo chiuso la porta in faccia. Accampano la scusa che la nostra sigla non è riconosciuta dal contratto di lavoro nazionale e ci liquidano. Ma stavolta siamo decisi ad andare fino in fondo».

Da qui lo stop alle forniture della notte scorsa, a 48 ore da Pasqua, con i negozi che aspettano derrate in quantità. I carabinieri sono stati sul punto di chiedere rinforzi al battaglione. Alle 7.30 dopo quattro ore e mezzo di contesa, i rinforzi sono arrivati ma contro i manifestanti. «Soluzione interna», ironizzano i feriti. Che hanno sospeso il picchetto, ma che si dicono pronti a ricominciare appena lividi e contusioni saranno guariti. Scena surreale anche per chi viaggiava sulla Sp 2: la Monza-Trezzo, arteria nevralgica di collegamento fra l’hinterland e la Brianza, di fatto è rimasta bloccata ben oltre l’alba.