Quattro saggi per evitare i tagli negli ospedali dell'hinterland

A Carugate l’incontro dei sindaci: si cerca una mediazione con la Regione di Barbara Calderola

Protesta delle mamme all'ospedale di Cernusco

Protesta delle mamme all'ospedale di Cernusco

Carugate, 7 novembre 2014 - Quattro saggi per scongiurare tagli e accorpamenti negli ospedali dell’hinterland. I 53 Comuni dell’Asl 2 riuniti a Carugate cercano di «limitare i danni». Saranno i sindaci Andrea Checchi di San Donato, Vincenzo Rocco di Masate, Alberto Fulgione di Liscate e Riccardo Benvegnù di Binasco a tentare la mediazione dopo la bocciatura regionale dell’ospedalone chiesto dagli amministratori.

«Un progetto strategico» per Eugenio Comincini di Cernusco, che, se la missione dei colleghi fallisse, dovrebbe digerire il trasferimento del punto nascite del suo Uboldo al Santa Maria delle Stelle di Melzo. I saggi hanno ingranato la quarta e con l’aiuto di una commissione di esperti dell’Azienda sanitaria di Melegnano proveranno ad accontentare tutti. Primo passo, fare il punto sugli investimenti a Melzo, Cernusco, Gorgonzola, Cassano e Vaprio; secondo, studiare «migrazioni e matrimoni» di reparti e servizi da un presidio all’altro. «Serve un uso più adeguato delle nostre strutture», ha esortato in apertura dei lavori il padrone di casa, Umberto Gravina, alla testa dei campanili Asl. Ostilità tutt’altro che sospese sui casi già in fieri. Il sindaco di Melzo Antonio Bruschi ha detto senza mezze parole che «difenderà il Santa Maria delle Stelle con le unghie e coi denti». Una dichiarazione che è parsa più d’intenti, se, alla fine, tutti hanno convenuto sulla «necessità di far prevalere il senso di responsabilità per il bene dei cittadini».

È questo il grande obiettivo: una sanità che risponda alla reale domanda della popolazione. Senza rimetterci troppo. La neo commissione deve correre, il 28 novembre l’aspetta al varco l’assessore regionale Mario Mantovani, che ha concesso ai Comuni un mese, «prima di dar corso alla delibera di riorganizzazione». Quella che contiene il primato di Melzo sui parti e che blocca per mancanza di fondi, 3 i milioni necessari, la trasformazione di Vaprio in punto di riferimento per cronici. Se a fine mese, i Comuni non avranno messo nero su bianco una «soluzione ragionevole», si procederà come da copione e i tagli diverranno operativi.

Secondo la dirigenza dell’Asl e dunque secondo Palazzo Lombardia, l’ottimizzazione passa dalla struttura «a rete», con gli ospedali organizzati intorno ai tre presidi di Vizzolo Predabissi (con Cassano d’Adda e i poliambulatori Sud), Cernusco (con Vaprio d’Adda e l’odontoiatria territoriale), e Melzo (con Gorgonzola e i poliambulatori Nord). Un’azienda da 27mila ricoveri nel 2013 (di cui 12.439 a Vizzolo, 6.054 a Cernusco, 5.334 a Melzo), e un bacino di 630mila persone, con poderosi investimenti in corso. Come il cantiere da 23 milioni di Vizzolo, fine lavori nel 2016 ma a dicembre sono in consegna rianimazione, unità coronarica e la prima parte del pronto soccorso. O la ristrutturazione del Santa Maria delle Stelle, 15 milioni, fine lavori prevista ad aprile 2015.