Libero lui, lei deve firmare: indagati i due kenyoti accusati di tentato rapimento

L’avvocato difensore: è un equivoco, tutto si chiarirà presto

Il conciliabolo di alcuni genitori subito dopo l’allarme in oratorio

Il conciliabolo di alcuni genitori subito dopo l’allarme in oratorio

Carugate (Milano), 19 ottobre 2017 - Obbligo di firma per lei, libero lui. Ma l’indagine per tentato sequestro di persona a Carugate va avanti. Ieri, il gip di Monza Silvia Pansini ha convalidato l’arresto dei due kenioti che domenica pomeriggio hanno seminato il panico al bar del cinema parrocchiale, ma non ha ritenuto che ci fossero ragioni per tenerli in cella.

Al termine dell’udienza, il loro difensore, Christian Cerniglia ha spiegato che «si è trattato di un equivoco», «abbiamo chiarito tutto», «Il comportamento della signora è stato mal interpretato». La donna, di 34 anni, ha raccontato che ha un figlio e che frequenta la stessa parrocchia, dove, avrebbe cercato di strappare tre piccoli, di 11, 10 e 7 anni, ai genitori, sotto gli occhi di 150 persone, durante l’intervallo della proiezione del film «Baby Boss». I carabinieri di Vimercate li hanno fermati poche ore dopo, grazie alle testimonianze raccolte nel foyer. A chiamare il 112 erano state le stesse famiglie, che, prima, avevano messo in fuga la coppia di amici. Secondo la ricostruzione dei collaboratori di don Simone Arosio, responsabile dell’oratorio, «il compagno (38enne) è stato il primo a cercare di calmarla». La presunta rapitrice, «visibilmente alterata», si era avvicinata ai piccoli pronunciando frasi minacciose. «Ora, ti porto via». Una scena durata 30 secondi, sufficienti a far temere il peggio. L’inchiesta chiarirà i contorni dell’episodio e le responsabilità di entrambi. Il parroco don Claudio Silva ha parlato di «una realtà tranquilla, dove non è mai successo niente di preoccupante», il sindaco Luca Maggioni, che sin da primo istante ha smentito che in città esista un’emergenza sicurezza, aspetta che «la magistratura dica con esattezza cosa è successo».

La Procura brianzola ha escluso da subito che dietro l’accaduto ci potesse essere un’organizzazione «dedicata al traffico di esseri umani o simili«, ma l’episodio, inutile negarlo, ha generato allarme. In piazza e sui social network c’è chi minimizza, e chi no. A differenza della politica, che ha già lanciato l’allarme. Il centrodestra con Riccardo De Corato (Fratelli d’Italia) dalla Regione e Mariastella Gelmini (Forza Italia) dalla Camera invita «tutti a reagire, davanti a fatti così gravi». Quanto, però, spetta agli inquirenti, stabilirlo.