Cassano, i funerali di Francesca e Giuseppe

Una folla per l'ultimo saluto ai due fidanzati morti in autostrada

Gli amici e i parenti delle vittime commossi fuori dalla chiesa

Gli amici e i parenti delle vittime commossi fuori dalla chiesa

Cassano d'Adda (Milano), 23 agosto 2015 - Parenti e amici dello sposo, parenti e amici della sposa. Tanti fiori, canti, e una chiesa gremita. Per Francesca e Giuseppe, davanti all’altare, l’ultimo «sì», e la promessa di amore eterno. Insieme, per sempre. Chissà se fosse nei loro progetti di vita, prima o poi, percorrere insieme la navata della chiesa, e recitare le promesse davanti a un prete. Nessuno poteva immaginare che il destino, per loro, aveva diversamente disposto. Ma è stata, oltre che un doppio funerale, anche una cerimonia in nome dell’amore e della fede quella che ieri pomeriggio don Giansante Fusar Imperatore ha officiato a San Zeno, davanti alle bare dei due giovanissimi fidanzati, morti nell’incidente in autostrada di giovedì sulla Milano-Bergamo.

"Oggi si parla poco di fidanzamento. Eppure la parola reca in sè la radice di “fede”, “fiducia”. Francesca Squeo e Giuseppe Algeri si amavano, avevano riposto la propria fede e il proprio cuore uno nelle mani dell’altro. Oggi chiediamo al Signore di farsi presente fra noi, di rinnovare il nostro fidanzamento con lui, e la fiducia in quanto c’è dopo di noi: loro sono ancora insieme, la morte non li ha separati". Per i due sfortunati fidanzati - 27 anni lui, commesso al Mediaworld di Carugate, 23 anni compiuti proprio il giorno del dramma lei, trucattrice di professione - una cerimonia unica. Così, sin dal primo momento, hanno voluto le due disperate famiglie, strette nell’abbraccio di tanti parenti e amici, di Cassano d’Adda, la città dove viveva Francesca con i suoi, e di Pessano con Bornago, dove abitava Giuseppe. Difficile trovare le parole per confortare le famiglie, «private in un istante di due ragazzi che, insieme, facevano a malapena 50 anni". Nessun riferimento, se non fugace, all’incidente, al drammatico tamponamento, alle responsabilità umane, alla dinamica, alla legittima rabbia.

Le indagini e gli accertamenti sono ancora in corso, i testimoni raccontano agli inquirenti i drammatici attimi che hanno preceduto lo schianto e lo faranno anche settimana prossima davanti alla Polstrada di Bergamo. È stata anche disposta dal pm una perizia tecnica su quanto avvenuto tra Capriate e Dalmine. "Ma nessuna ricostruzione vale la risposta al quesito centrale: perchè?". L’autostrada maledetta dipinta come "una delle strade tortuose che cambiano o interrompono il corso di una vita". L'invito ai famigliari dei due giovani a stringersi gli uni agli altri. E strette l’una all’altra Valentina e Alessia, sorelle di Giuseppe e Francesca rispettivamente, hanno voluto pronunciare a fine cerimonia due parole di commosso omaggio. «Giuseppe era una persona solare e straordinaria - così Valentina - . Aveva certo i suoi difetti, e Francesca si era innamorata di lui con tutti i suoi difetti: ho conosciuto in lei una ragazza forte, meravigliosa, amante della vita".

La mattina maledetta: "Avevamo fatto colazione insieme. Io e mio fratello avevamo fatto un cin cin con le brioches. Eravamo felici, tutti". Poi il ritorno dall’aeroporto di Orio al Serio. In quarta corsia un mezzo di servizio a segnalare il traffico. La Fiesta dei due ragazzi dietro. La Mercedes, guidata da un imprenditore bergamasco ora indagato per duplice omicidio, che piomba su di loro. Qualcuno avrebbe visto Francesca girarsi di scatto, forse presentendo il pericolo. Poi lo schianto, e subito la fine.