Bione, Brivio si dice ottimista. Il sindaco: "Se chiudesse, sarei il primo a protestare"

Possibile sit-in di genitori e atleti davanti alla struttura

Il Centro sportivo del Bione

Il Centro sportivo del Bione

Lecco, 21 gennaio 2017 -  «Resto ottimista sulla soluzione del problema che mi coinvolge come amministratore sì, ma anche come genitore e sportivo perchè se il Bione dovesse chiudere sarei anche io in prima fila a protestare davanti agli impianti». Virginio Brivio si dice convinto di evitare la chiusura del Centro sportivo che per ora è solo «posticipata» a martedì, giorno dell’incontro tra l’ammninistrazione comunale e il gestore, la Sport Management. Eppure Brivio non nasconde che il compito non è facile «perché via via la matassa si è aggrovigliata sempre più e per dipanarla non basta la volontà di una persona, fosse anche il sindaco». «Purtroppo,siamo davanti a un caso nel quale, anche per responsabilità che devono essere accertate, si intrecciano profili giuridici, amministrativi e tecnici che non sempre guardano nella stessa direzione. In questi giorni, ho fatto appello a tutti i soggetti interessati alla vicenda, perché ad eventuali carenze non si aggiunga l’errore irreparabile della chiusura di quello che è un bene primario per la collettività».

Di chiusura, ci mancherebbe, non vogliono nemmeno sentirne parlare le tante società la cui attività quotidiana da anni gravita sul Centro sportivo comunale. Società che nelle ultime ore pare abbiano invitato i propri iscritti, genitori e atleti, a darsi appuntamento davanti alla struttura del Bione per un sit-in pacifico per scongiurare una chiusura che sarebbe un disastro per l’intera città. Ma anche una «macchia» difficile da lavare per lo stesso Brivio che dopo due mandati a palazzo Bovara forse medita di fare il gran salto verso Roma. Così contrattacca e alle minoranze che insorgono e chiedono la testa dell’assessore Stefano Gheza il sindaco ricorda che «io faccio il sindaco, non il mister di una squadra di calcio. Non posso cambiare formazione a seconda del problema che ci si presenta. E a chi invoca una gestione aziendalistica, ricordo che il Comune è un’azienda “speciale”, che deve sottostare a precisi meccanismi che vanno ben oltre il pressapochismo che spesso si affianca alle polemiche, alimentandole pericolosamente». Intanto sul cortocircuito tra dirigenti del settore Sport e Finlombarda dovrà fare chiarezza l’Anticorruzione così come la Procura per eventuali profili penali.