La Lega primo partito I frontalieri ora tremano

Dopo la campagna elettorale contro gli italiani di Paola Pioppi

La dogana fra Italia e Svizzera

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Chiasso (Svizzera), 20 aprile 2015 - Oltre l'80 per cento dei voti che ha consacrato la Lega Ticinese come primo partito del cantone elvetico, è arrivato per corrispondenza. Per la prima volta, l’elezione per il rinnovamento del Consiglio di Stato nel Canton Ticino hanno consentito agli aventi diritto di non recarsi alle urne per esercitare il diritto di voto. Un esperimento che, pur con qualche criticità pre-elettorale, ha conseguito il risultato di far affluire nelle urne 15mila schede in più rispetto a quattro anni fa. Ieri sera, poco prima delle 21, sono arrivati i risultati definitivi dello scrutinio: la Lega Ticinese ha confermato i suoi due seggi con il 27 per cento dei voti, tenendo testa al Partito Liberale Radicale che si è fermato al 26 per cento delle preferenze.

A seguire Partito Democratico Cristiano, Partito Socialista e Verdi. La posizione mantenuta dalla Lega Ticinese, non costituisce certo un buon augurio per possibili aperture verso i 60mila frontalieri che ogni giorno vanno a lavorare in Svizzera,e che in questi anni sono stati sempre più al centro delle campagne vessatorie del partito elvetico. Impossibile pensare a politiche di apertura ma, al contrario, potrebbero esserci tentativi di inasprire sempre di più la battaglia contro chi arriva dall’Italia. È essenzialmente questo il motivo per cui questa elezione è stata molto sentita e seguita anche nei territorio della fascia di confine italiana, anche se le aspettative non erano incoraggianti. Un altro aspetto degno di essere sottolineato, è che con l’uscita di scena della Liberale Laura Sadis, il Ticino viene a essere l’unico Cantone svizzero senza donne elette nell’esecutivo.

Complessivamente l’affluenza alle urne è stata del 65 per cento, confermando la composizione del governo uscente, vale a dire due consiglieri di stato per la Lega dei Ticinesi uno a testa per Liberali, Democratici e Socialisti. In consiglio entrano così i Leghisti Claudio Zali e Norman Gobbi, il Liberale Christian Vitta (che prede appunto il posto della Sadis), il PPD Paolo Beltraminelli e il socialista Manuele Bertoli: resteranno in carica per i prossimi quattro anni. Il voto nei seggi è proseguito da venerdì e ieri mezzogiorno, per poi sigillare le cassette e portarle a Bellinzona, dove è avvenuto lo spoglio, assieme alle schede giunte per corrispondenza. Per tutto il pomeriggio di ieri, il Partito Liberale ha giocato una rincorsa verso al Lega. Nel tardo pomeriggio, quando sono giunti i risultati di Bellinzona e Locarno, città in cui ha primeggiato, sembrava nelle condizioni di una possibile rimonta, ma l’esito finale ha ricalcato alla perfezione aspettative e proiezioni. La Lega si è confermata il primo partito anche a Lugano, dove i Liberali hanno ottenuto il 23 per cento dei voti, leggermente inferiore alla media cantonale. La prima prova generale di voto per corrispondenza, non è stata esente da qualche criticità. Per esempio, alcuni giorni fa, è stato intercettato un tentativo di frode elettorale on line. Due buste di voto in bianco, erano state messe in vendita su internet al prezzo di 500 franchi, con firme spacciate per autentiche. Nel giro di poche ore, erano stati identificate e indagate sei persone.