Morti in corsia a Saronno, nuovi sospetti: indagini su decesso di 18 pazienti

Lente sui decessi fra 2007 e 2010 quando Cazzaniga era al lavoro

Cazzaniga e Taroni (Newpresse)

Cazzaniga e Taroni (Newpresse)

Busto Arsizio (Varese), 12 dicembre 2017 - Sono diciotto le cartelle cliniche di pazienti morti al pronto soccorso del presidio ospedaliero di Saronno fra il 2007 e il 2010, nei primi anni di servizio e durante i turni di Leonardo Cazzaniga, anestesista e aiuto primario del reparto. È il terzo filone dell’inchiesta “Angeli e demoni” della Procura di Busto Arsizio. I consulenti della procura termineranno l’esame fra la fine del mese e l’inizio del nuovo anno e diranno se ne sono scaturiti altri casi di decessi dubbi. L'ordinanza di custodia che il 29 novembre di un anno fa portò dietro le sbarre Cazzaniga e la sua amante Laura Taroni, infermiera nello stesso reparto, addebitava al medico quattro morti di malati in ospedale e alla coppia l’omicidio del marito della donna, Massimo Guerra. L’avviso di conclusione indagine, firmato lo scorso ottobre dal procuratore di Busto, Gian Luigi Fontana, e dal pm Maria Cristina Ria ha attribuito al medico altri cinque decessi di pazienti in corsia, che sarebbero stati provocati da trattamento farmacologico da lui stesso battezzato “protocollo Cazzaniga”. Il medico e la Taroni sono poi accusati, in concorso, dell’omicidio della madre della donna, Maria Rita Clerici, e di quello del suocero, Luciano Guerra.

Davanti al giudice dell’udienza preliminare di Busto, Sara Cipolla, mattinata di udienza preliminare dedicata alle costituzioni delle parti civili per questa seconda tranche. Leonardo Cazzaniga è presente e attento come sempre. Laura Taroni è rimasta invece nel carcere del Bassone, a Como. Fra i familiari in aula anche Maria Antonietta ed Eugenio Clerici, fratelli della madre della Taroni, venuti da Olgiate Comasco. «Mi auguro - dice Maria Antonietta - e mi aspetto giustizia. Mia sorella è morta a soli 61 anni. Io non avrei mai pensato di arrivare a 81 per avere un dolore come questo. Adesso il mio pensiero più grande è per i miei nipotini, i figli di Laura. Sono con i servizi sociali, non so dove si trovano e mi dicono che stanno bene. Vorrei rivederli, almeno per Natale».

Il guo ammette tutte le costituzioni di parte civile fra cui quella dell’azienda sanitaria l’Asst Vale Olona (tranne che per il danno di immagine). I legali di parte civile, a loro volta, chiedono di citare l’azienda sanitaria come responsabile civile. Il gup ammette la richiesta e l’udienza viene aggiornata al 19 dicembre, giusto i tempi tecnici per il decreto di citazione. Nella stessa udienza il gup deciderà se riunire i due filoni dell’inchiesta e si pronuncerà sulla richiesta della procura perché Laura Taroni venga interrogata, con la formula dell’incidente probatorio, sulle morti della madre e del suocero. In questo caso verrebbe fissata una udienza fra il 2 e il 5 gennaio. I nuovi cinque casi attribuiti a Cazzaniga sono avvenuti fra il 4 gennaio 2011 (giorno in cui muoiono Pierfrancesco Leone Ferrazzi, un malato oncologico, e Giacomo Borghi, un anziano di 88 anni) e il 18 aprile 2013. L’aiuto primario è accusato di avere provocato i cinque esiti letali somministrando per via endovenosa e in rapida successione morfina e dei farmaci anestetici midazolam e propofol. Il medico (assistito dall’avvocato bresciano Ennio Buffoli) ha difeso il suo “protocollo”: nessuna intenzione di togliere la vita ai pazienti, ma una scelta terapeutica per evitare o alleviare le loro sofferenze, che in altri casi si è rivelata efficace.