Como, orologi di contrabbando: in sei alla sbarra

La banda aveva organizzato una triangolazione societaria per importare in Italia, passando da Londra, orologi di marca

Sequestri al confine

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Como, 27 marzo 2015 - Una triangolazione societaria che passava da rivenditori spagnoli e portoghesi, per importare in Italia, passando da Londra, orologi di marca di contrabbando, o singole parti. Il processo, ieri davanti al Tribunale Collegiale di Como e rinviato a maggio, coinvolge sei imputati, tre accusati di associazione a delinquere: Massimo Stefano Marchi, 56 anni, Galileo Galli, 56 anni, entrambi residenti in Svizzera, e Francesco Ortelli, 68 anni di Laglio. Sono ritenuti gli organizzatori del sistema, strutturato per importare in Italia la merce in regime di «libera circolazione», esente Iva, in quanto destinata al mercato estero, spedirla apparentemente a Panama e Hong Kong, per essere poi prelevate da Ortelli che l’avrebbe reintrodotta in Italia clandestinamente. A processo anche Gian Mario Di Geronimo, 39 anni di Torino, Ferruccio Pinotti, 61 anni di Como e Franco Longagnani, 54 anni di Milano.

Fatti che sarebbero avvenuti nel 2010, quando è stato monitorato l’ingresso in Italia, passando dal valico di Maslianico, di una partita da 20 orologi da 70mila euro. A Pinotti viene contestato il concorso in singole circostanze di contrabbando, mentre Longagnani e Di Geronimo, sarebbero stati destinatari finali, rispettivamente di una partita da 30mila euro del novembre 2010, e da 33mila nell’aprile dello stesso anno.