Terrorismo, bresciana voleva andare in Siria: bloccata

E' una giovane di 30 anni, sposata in rito civile con un tunisino. Sulla bacheca Facebook: "Che Allah ti conceda Shahada (martirio) e un posto nel paradiso"

Un fermo immagine tratto da un video della polizia mostra la donna bresciana (Ansa)

Un fermo immagine tratto da un video della polizia mostra la donna bresciana (Ansa)

Brescia, 7 giugno 2016 - Una donna bresciana di buona famiglia risulta indagata per terrorismo internazionale. La Polizia di Stato di Brescia ha infatti condotto un’articolata attività di indagine sul fenomeno del convertitismo di giovani donne italiane, collegato alle unioni con soggetti pervasi da fanatismo religioso e simpatizzanti del Daesh

Le investigazioni della Digos  e della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione della Polizia di Stato hanno così coinvolto un' italiana di  30 anni e il marito tunisino in attesa di rilascio di permesso di soggiorno. La donna, convertita all'islam, si è sposata con lo straniero nel 2010, con rito islamico, e nel 2015, con rito civile. E' stata sottoposta a perquisizione personale e domiciliare ed ora è indagata per il reato di arruolamento con finalità di terrorismo. Il tunisino è stato espulso dal territorio nazionale con provvedimento del Sig. Ministro dell’Interno. Gli elementi raccolti dagli agenti della Digos hanno evidenziato il concreto rischio di una prossima partenza della coppia per la Siria.  L'ipotesi è avvalorata dal fatto che la donna aveva recentemente manifestato la volontà di acquistare una macchina di grossa cilindrata.

SU FACEBOOK: "ALLAH TI CONCEDA IL MARTIRIO" - Le attenzione della polizia si sono concetrate anche sulla bacheca Facebook, utilizzata per comunicare con il coniuge. La donna, dopo essersi mostrata con il niqab integrale di colore nero, scriveva "Io vivo qui solo con il mio corpo, invece la mia anima e il mio pensiero sono in un posto molto lontano…".   "Oh Allah ti chiedo una morte nel tuo sentiero,  e Ti chiedo una morte nel paese del tuo profeta … Il Paradiso, il Paradiso, il Paradiso: giuro che non ce la faccio ad aspettare…". Ed ancora: "…Che Allah ti conceda Shahada (martirio) e un posto nel paradiso". Esternazioni alle quali il marito apponeva il proprio consenso, oltre a ad espliciti riferimenti della donna al jihad: "…Dio dai la tua gloria ai Mujahedin sul tuo sentiero e falli vincitori sulla terra…".

BORDONALI: "PROSELITISMO ANCHE NELLE NOSTRE CITTA?" -  "Non bisogna combattere il fondamentalismo islamico solo nella settimana successiva a un attentato. L'operazione di oggi dimostra come il problema sia piu' grande di quanto lo si voglia descrivere e come i terroristi stiano facendo proselitismo anche nelle nostre citta'. E non e' un caso che Brescia sia spesso coinvolta, del resto e' la realta' italiana piu' colpita dal problema dell'immigrazione". Lo ha detto l'assessore regionale alla Sicurezza, Protezione civile e Immigrazione, Simona Bordonali.  "Dobbiamo riaffermare i nostri valori e i nostri principi, chi li condivide e' benvenuto, gli altri no. Non possiamo accettare che ci siano donne che circolano a volto coperto e che inneggino alla guerra santa contro gli infedeli. La Regione Lombardia ha vietato l'accesso a volto coperto negli uffici di propria competenza. Chiediamo al Governo italiano - ha concluso Bordonali - di far rispettare il divieto in tutti i luoghi pubblici. Finche' l'Islam sara' l'unica religione a non avere una intesa con lo Stato italiano non possiamo concedere nulla. Basta a nuove moschee e chiusura immediata di quelle irregolari.

BECCALOSSI: "BRESCIA MODELLO PER LOTTA ANTi FANATISMO" -  "Ho sentito personalmente il Questore di Brescia Vincenzo Ciarambino e il dirigente della Digos Giovanni De Stavola ringraziando loro e i loro uomini, per l'impegno straordinario nella lotta al terrorismo, che anche oggi registra un successo. Brescia sta diventando un modello nazionale nella lotta al terrorismo, applicando concretamente le nuove norme che consentono un maggiore controllo, anche online, che permette di colpire questi fanatici grazie al reato di reclutamento. Lo dichiara l'assessore regionale al Territorio e Urbanistica Viviana Beccalossi, commentando l'episodio che ha visto protagonista una giovane bresciana, indagata per arruolamento con finalita' di terrorismo e di suo marito, un tunisino immediatamente espulso dall'Italia. 

GRIMOLDI, LEGA NORD: "Complimenti alle forze dell'ordine per l'operazione di stamattina che ha portato all'arresto a Brescia di una donna italiana convertita all'Islam e del marito marocchino che si apprestavano a partire per la Siria per unirsi all'Isis. Ancora una volta si conferma, purtroppo, che la Lombardia, dove c'è la più numerosa comunità islamica del Paese, con più di 80 associazioni islamiche, resta il territorio più a rischio in termini di proselitismo jihadista e infatti la maggior parte delle espulsioni operate dal Viminale nel 2016 sono avvenute proprio in territorio lombardo. Ribadiamo che in Lombardia serve un giro di vite sulle tante, troppe, moschee e sulle associazioni islamiche, che finora non hanno collaborato e non hanno garantito quella trasparenza necessaria, che bisogna intensificare i controlli per riuscire a sapere tutto sugli imam (molti dei quali vanno e vengono dal Medio Oriente in continuazione e tengono sermoni in arabo), chi frequenta questi luoghi e da dove arrivano i loro finanziamenti". E' quanto ha detto Paolo Grimoldi, Segretario della Lega Lombarda e deputato della Lega Nord.

(ha collaborato MILLA PRANDELLI)