Stamina, "battaglia legale per poter curare la nostra Sofia"

Parla Caterina Ceccutti, la mamma della bimba affetta da leucodistrofia metacromatica di Federica Pacella

I genitori di Sofia, Caterina e Guido

I genitori di Sofia, Caterina e Guido

Brescia, 31 luglio 2014 "Ci muoviamo in maniera continua e costante, la denuncia penale rientra in questo cammino". Caterina Ceccuti, mamma di Sofia, la bimba di Firenze affetta da leucodistrofia metacromatica e diventata il simbolo della battaglia pro-Stamina, spiega così la denuncia presentata alla Procura di Brescia contro Ezio Belleri, direttore generale degli Spedali Civili. Belleri sarebbe responsabile di non aver emesso degli ordini di servizio per obbligare i medici ad effettuare le infusioni di cellule staminali mesenchemiali trattate con il metodo Stamina, nonostante la legge Balduzzi e le sentenze dei giudici. "La stagione delle denunce – ricorda la donna – era stata aperta da Tiziana Massaro, mamma del piccolo Federico Mezzina. Purtroppo dobbiamo agire tutti individualmente, è necessario che ognuno faccia il suo percorso in tribunale".

Proprio dal tribunale riparte la battaglia di Sofia. La prossima settimana sarà presentato il reclamo contro l’ultima sentenza di inammissibilità del 24 luglio. "Ma quella sentenza – precisa la madre – non diceva che Sofia non deve fare le infusioni, bensì che ci sono già tutti gli strumenti per effettuare i trattamenti".  La speranza è che il giudice nomini un commissario ad acta, come è stato già in molti altri casi. Intanto la bambina non sta affatto bene. "Dire che sta male è poco. Anche un altro bambino, Mattia, è in ospedale e sta combattendo tra la vita e la morte". Da una parte, dunque, continua la battaglia pro-Stamina. In corso, fino al 10 settembre, c’è anche la raccolta firme a favore della “proposta di legge per garantire l’accesso alle metodiche compassionevoli con teapie, su base non ripetitiva mediante l’utilizzo di cellule staminali mesemchimali adulte”, promossa dal Comitato metodiche compassionevoli.

Aumentano però i dubbi sul metodo. Ieri in Commissione Igiene e Sanità del Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva su Stamina. è stato audito Massimo Dominici, professore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, Ricordando di aver ricevuto, l’1 agosto 2012, due campioni di liquido congelato prelevati dai Nas al Civile di Brescia, Dominici ha spiegato che i marcatori di staminalità raggiungevano appena il 15%, contro una percentuale minima attesa del 95%. "Nelle prove di trasformazione in diversi tipi di tessuto, le cellule contenute nei campioni hanno mostrato livelli molto bassi di differenziamento». Ed ha aggiunto: «Quando sono arrivati i risultati delle analisi non ci credevo, ho dovuto rileggerli quattro volte". Quanto alla possibilità di aprire un fondo regionale per aiutare il Civile di Brescia ad affrontare le spese legali, l’assessore lombardo alla sanità Mario Mantovani ha precisato che il bilancio si è chiuso per il 2013 in equilibrio e che anche i costi aggiuntivi legati a Stamina sono già stati riconosciuti all’azienda, in quanto ospedale pubblico.