Settimana corta alle superiori, la scuola bresciana verso il cambiamento

Con i cinque giorni calcolato risparmio di 1 milione l’anno di Federica Pacella

Uno studente i

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Brescia, 9 aprile 2015 - Scade domani il termine che la Provincia ha dati ai dirigenti scolastici per dare un giudizio sulla fattibilità della settimana corta alle Superiori. La proposta è arrivata da palazzo Broletto, dove hanno calcolato che chiudendo i cancelli il sabato si risparmierebbe circa 1 milione di euro all’anno tra trasporti pubblici e riscaldamento. Subito sono sorte delle perplessità, manifestate anche all’ufficio scolastico. Per molti presidi, il problema è che non si riuscirebbero a recuperare le ore del sabato con un solo rientro settimanale, come indicato dalla Provincia. Molti temono, poi, che, se la settimana corta non dovesse passare, il Broletto possa decidere di non garantire il riscaldamento al sabato. «Non abbiamo fatto ancora una proposta – spiega Maria Teresa Vivaldini, consigliere provinciale con delega all’istruzione – aspettiamo le indicazioni dei dirigenti e le valuteremo». Perplessità ci sono anche fra gli studenti. «Sarebbe una cosa positiva – spiega Paola Mazza – ma dovrebbero ridurre il carico di compiti. Già ora non abbiamo tempo libero». «Facciamo già 35 ore a settimana – aggiunge Lara Vantini, studente del liceo Leonardo – concentrarle tutte in 5 giorni vorrebbe dire fare 7 ore a scuola».

Chi abita fuori città e si muove con i mezzi pubblici, teme di dover passare le notti sui libri per recuperare. «Rischio di arrivare a casa dopo le 15 – commenta Nicola Maniero – è un po’ dura poi riuscire a fare tutti i compiti». La prossima settimana sarà convocata un’assemblea generale degli studenti per analizzare i risultati dei sondaggi che i rappresentanti d’istituto stanno facendo in questi giorni tra i loro compagni. Anche tra mamme e papà è ampio il fronte del no. I comitati genitori stanno conducendo dei sondaggi interni. Al liceo Copernico è contrario l’85%, al liceo Calini siamo oltre l’80% di no. Diversi comitati hanno poi unito le forze per raccogliere le firme a supporto di un documento destinato alla Provincia per spiegare le ragioni della contrarietà: dai disagi per i pendolari, ai costi della pausa pranzo fino alla mancanza di tempo da dedicare a sport o altre attività. Non tutti, però, la pensano così. «Alle elementari – racconta Salvatore Compatti – abbiamo combattuto per la settimana corta; le maggiori resistenze, allora, le incontrammo tra i docenti. Io sono favorevole, è giusto che i ragazzi stiano con la famiglia il sabato». «Devono deciderlo gli studenti – aggiunge Rocco Zogno – devono essere loro a imparare a gestire il loro tempo, per diventare autonomi».