Il figlio «fallito» torna dal padre. Lite furibonda e coltellata mortale

Sergio Zucca era andato a casa del padre, l'artigiano di 72 anni ha ucciso durante un litigio il figlio 40enne separato e con due figli. Descritto come un carattere problematico e incline all'aggressività

Carabinieri della Scientifica in via Montiglio 13, dove Sergio Zucca è stato ucciso dal padre Franco

Carabinieri della Scientifica in via Montiglio 13, dove Sergio Zucca è stato ucciso dal padre Franco

Brescia, 19 novembre 2014 - Quello che conta è avere qualche meta, forse è meglio averne più di una di riserva». Quando Sergio Zucca, 40 anni, qualche mese fa scriveva questa frase su Facebook, credeva di avere davanti a sé ancora qualche pezzo di vita da sperimentare. Ieri, però, è morto improvvisamente. Ucciso per mano del padre Franco, 72 anni, che gli ha sferrato una martellata in testa e poi una coltellata all’addome. Una tragedia familiare maturata in un contesto di esasperazione, di liti fomentate da problemi psicologici, da sofferenze per un matrimonio naufragato e da delusione per un progetto imprenditoriale fallito.

Un rapporto difficile interrotto dall’epilogo violento, ieri all’ora di pranzo, al quarto piano di un palazzo in via Montiglio, al civico 13, prima periferia di Brescia, dove peraltro, a meno di mezzo chilometro di distanza, otto anni fa si era registrato il massacro della famiglia Cottarelli. Sergio, che dopo la separazione dalla moglie ha preso in affitto una casa nel vicino quartiere sant’Anna, dopo mezzogiorno inforca la sua mountain bike e si reca nella casa paterna, alla quale ultimamente si appoggia sempre più spesso.

La bicicletta bianca rimane legata in strada, mentre lui sale e raggiunge il genitore. La tensione che da tempo avvelena la relazione esplode in un litigio incontrollato. D’un tratto il 72enne afferra un martello e colpisce il figlio alla testa, quindi gli conficca un coltello da cucina con lama di 40 centimetri nell’addome. Ferito a morte, Sergio tenta di scappare scendendo le scale e tornando in strada, disseminando la via di fuga di chiazze di sangue. Un vicino che chiama i soccorsi lo intercetta mentre barcolla in ciabatte, le mani a tenere lo squarcio aperto: «Ho litigato con papà», si sente dire. In contemporanea il 118 riceve una richiesta d’aiuto da parte di Franco Zucca.

Sergio muore alle 14 in ospedale. Suo padre, invece, medicate alcune ferite sulle braccia, finisce in caserma, dai carabinieri della compagnia di Brescia che lo arrestano. Lui stesso chiama i militari e consegna il coltello di 40 centimetri che aveva in casa e che ha usato contro il figlio. Con il pm Carlo Pappalardo si avvale della facoltà di non rispondere, alla presenza del suo avvocato Stefania Amato. «Non posso crederci, l’avevo visto uscire da casa due ore fa», scuote la testa Andrea, arrivato apposta al quartiere Pendolina per vedere se era vero quanto aveva appreso dal web: il suo vicino Sergio accoltellato. «Era una persona con scoppi d’ira improvvisi - racconta - Una volta mi aveva minacciato di morte solo perché volevo che togliesse dei mobili dagli spazi comuni ». Papà di due figli adolescenti, con un carattere descritto come problematico e incline all’aggressività, il 40enne di recente era rimasto senza lavoro. La pescheria «Oceano», che aveva provato ad aprire in via don Vender con i soldi del padre, era fallita e lui non aveva più un’entrata fissa. Con i famigliari – sorella e fratello compresi – i rapporti erano contrassegnati da forte tensione. Una tensione tale che nel caso della ex consorte, stando agli inquirenti, rasentava lo stalking.