Negozi, chiusi in 875: mai così tanti dall’inizio della crisi

I contributi regionali per nuove aperture o interventi di ristrutturazione e i progetti comunali per ridare vita alle vetrine cercano in tutti i modi di dare nuovo ossigeno al commercio. Gli sforzi però non sembrano essere riusciti a invertire una tendenza che comincia a preoccupare di PAOLO CITTADINI

Negozi a Brescia

Negozi a Brescia

Brescia, 6 febbraio 2016 - I contributi regionali per nuove aperture o interventi di ristrutturazione e i progetti comunali per ridare vita alle vetrine cercano in tutti i modi di dare nuovo ossigeno al commercio. Gli sforzi però non sembrano essere riusciti a invertire una tendenza che comincia a preoccupare.Le attività commerciali (alimentari e non oltre a quelli definiti misti) chiudono i battenti a un ritmo incessante. Lo dicono i numeri dell’Osservatorio regionale sul commercio che ogni anno fotografa la situazione in tutti i comuni lombardi. I dati ufficiali prendono in considerazione le presenze sul mercato alla data del 30 giugno 2015 e sono stati elaborati alla fine dell’anno. Difficile credere che negli ultimi sei mesi dell’anno la situazione si sia ribaltata quindi i dati mostrano «in diretta« la realtà provinciale. Nel 2015 i negozi presenti nel Bresciano sono stati 14.946, il peggiore dato dal 2008.

Quello che fa riflettere gli addetti ai lavori è che in un anno hanno abbassato la saracinesca in maniera definitiva ben 875 attività. Un numero altissimo che se sommato ai 509 negozi scomparsi tra il 2013 e il 2014 evidenzia come nel biennio 2014-2015 abbiano lasciato il mercato 1.384 dei 1.984 attività del commercio di prossimità che hanno chiuso definitivamente tra il 2011 e il 2015. Quasi il 70% dei negozi che hanno alzato bandiera bianca nell’ultimo quinquennio lo ha fatto dunque negli ultimi due anni. A pagare dazio è il capoluogo che ha visto scomparire il maggior numero di negozi di prossimità. Tra il 2014 e il 2015 nel capoluogo si sono contati 719 negozi di vicinato in meno. Praticamente più di 8 negozi su 10, ovvero l’82,1% del totale di tutta la provincia. Sommando le ultime due rilevazioni si scopre così che nel capoluogo si sono arresi 1.025 negozi di vicinato, il 74% del totale.

La crisi, il mancato cambio generazionale e anche poca esperienza nel mondo del commercio sono le principali cause di questa drastica riduzione nel mondo del commercio. Entrando nello specifico dei numeri elaborati dall’Osservatorio regionale sul commercio si osserva come l’ultima rilevazione pubblicata abbia evidenziato una riduzione in tutti i settori del commercio. Tra le attività alimentari la flessione tra il 2014 e il 2015 è stata di 122 unità (2671 contro 2793), sono stati 725 in meno rispetto all’anno precedente i negozi non alimentari ancora aperti in tutta la provincia (dagli 11.537 della rilevazione 2014 si è arrivati ai 10812 contati alla fine dello scorso mese di giugno mentre sono stati solo 28 quelli della categoria «merceologia mista». Sui 206 Comuni della provincia sono 98 quelli che hanno mantenuto inalterato il numero dei negozi tra il 2014 e il 2015, quelli che hanno visto crescere il numero delle attività sono stati 47 mentre quelli che hanno evidenziato una riduzione sono stati 61.

di PAOLO CITTADINI