Isis: voleva arruolarsi, documenti ritirati al 19enne

Il 19enne di origini tunisine di Cermenate era coinvolto nell'inchiesta della procura di Brescia per le frasi pronunciate in chat con il reclutatore albanese Elvis Elezi

Carta d'identità (Crocchioni)

Carta d'identità (Crocchioni)

Brescia, 25 aprile 2015 - Aveva manifestato la volontà di arruolarsi per combattere la "guerra santa" dell'Isis due anni fa, quando era ancora minorennne. E così venerdì 24 aprile la Digos di Como, su disposizione del Tribunale, ha ritirato il passaporto e la carta di identità a un giovane italiano, di origini tunisinee residente nel comasco, coinvolto nell'inchiesta coordinata dalla procura di Brescia che alcune settimane fa aveva portato alla luce un gruppo che arruolava tra Italia e Albania possibili terroristi da mandare in Siria. La revoca dei documenti di identità al 19enne residente a Cermenate (Como), che all'epoca dei fatti contestati era minorenne, è stata proposta dal Questore di Brescia, Carmine Esposito in seguito alla richiesta del Questore di Como, Michelangelo Barbato in base alle risultanze delle indagini della Digos di Brescia: gli accertamenti hanno evidenziato una spiccata pericolosità sociale del ragazzo, nato in Italia da genitori tunisini, connessa ad attività di tipo terroristico di matrice islamica.

Le indagini della Digos di Brescia hanno evidenziato i contatti che il giovane aveva avuto nei mesi scorsi con Elvis Elezi, il reclutatore arrestato a Torino nell'ambito dell'operazione «Balcan Connection». Il ragazzo, quando era minorenne, aveva manifestato la volontà di arruolarsi per combattere la guerra santa e lo aveva dichiarato nel febbraio 2014 proprio chattando con l'Elezi, al quale aveva annunciato che avrebbe rimandato la sua partenza nel settembre successivo, mese in cui sarebbe diventato maggiorenne. Arrivato il giorno in cui avrebbe dovuto incontrare il suo reclutatore a Torino, nel giugno 2014, il giovane ha però avuto un ripensamento. Con la revoca dei documenti di identità al giovane 19enne, il quale per 5 anni sarà anche sotto stretta sorveglianza da parte delle forze dell'ordine, per la prima volta, è stata data applicazione al Decreto Legge del 18 Febbraio 2015 n. 7 concernente misure urgenti per il contrasto del terrorismo anche internazionale.