Green Hill, chiusa la seconda inchiesta: indagati due veterinari dell'Asl di Lonato

Il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani ha iscritto cinque persone nel registro degli indagati, tra i quali ci sono due veterinari dell'Asl di Lonato, in provincia di Brescia

Un cagnolino salvato da Green Hill  in braccio alla sua nuova padrona (Fotolive)

Un cagnolino salvato da Green Hill in braccio alla sua nuova padrona (Fotolive)

Brescia, 30 luglio 2015 - Chiusa l'inchiesta bis su Green Hill, l'allevamento di cani destinati alla vivisezione, chiuso a Montichiari nell'estate del 2012. I vertici dell'allevamento sono stati condannati nel gennaio scorso al termine del processo di primo grado. 

Ora il sostituto procuratore Ambrogio Cassiani ha iscritto cinque persone nel registro degli indagati, tra i quali ci sono due veterinari dell'Asl di Lonato, in provincia di Brescia, accusati di maltrattamento e uccisione di animali e di falso ideologico in atto pubblico e omessa denuncia. Devono invece rispondere di falsa testimonianza tre dipendenti della società Green Hill, perchè nel corso del processo di primo grado non avrebbero raccontato la reale situazione che c'era all'interno dell'allevamento.

«Siamo soddisfatti per questa indagine che prelude a un processo Green Hill bis e siamo pronti anche a continuare in Corte d'Appello riguardo a esecutori e mandanti degli orrori che si consumavano nell'allevamento dei beagle»: questo il commento della Lav, la Lega anti vivisezione,in merito alla chiusura delll'inchiesta bis su Green Hill, da parte della Procura di Brescia che ha iscritto cinque personenel registro degli indagati, tra le quali due veterinari Asl.

«Riteniamo - scrive la Lav- che l'inchiesta debba ora coinvolgere non solo i veterinari locali dell'Asl ma anche quelli che intervenuti a più riprese, alcuni addirittura come consulenti della Procura prima del 2012, appartenenti all'Istituto zooprofilattico sperimentale di Brescia, al Servizio veterinario della Regione Lombardia e al Ministero della Salute, hanno sempre scritto che a Green Hill tutto andava bene».