Viaggio sulla linea ferroviaria Brescia-Parma: anche un frigo sui binari

Carrozze antiquate igiene scarsa, ritardi e soppressioni. L’ironia dei pendolari: viaggi pittoreschi

Stazione di Ghedi

Stazione di Ghedi

Brescia, 20 febbraio 2018 - Ore 17,50, lunedì. Il Brescia-Parma è in partenza dal secondo binario tronco est della stazione di Brescia. Il viaggio sulla linea che per Pendolaria di Legambiente è la più disastrata d’Italia debutta all’insegna del fiatone. Chi non ha buone gambe rischia di perdere il treno. Le tre carrozze rugginose sono almeno a un chilometro e mezzo dalle biglietterie, lontano da Frecce e interregionali. Allo scoccare dell’orario, il treno sussulta. Odore acre di gasolio, sferragliare di un trattore. Noi del Giorno siamo diretti a Remedello Sotto, 36 chilometri, 4 euro di biglietto, l’ultima fermata bresciana di una linea che attraversa anche Mantova, Cremona e Parma.

Novantadue chilometri, 18 stazioni, percorrenza stimata due ore, se puntuali. Ma la puntualità è un caso, è il refrain dei viaggiatori. I sedili blu con chiazze di sporco sono pieni, però c’è posto. A quest’ora il treno, spazi angusti, stinti e puzzolenti, riporta a casa i pendolari. Mario Mariotto, di Marcaria, nel Mantovano, fa Piadena-Brescia e viceversa tutti i giorni: «Il viaggio è pittoresco – ride amaro –. Venti minuti di ritardo sono la regola. Spesso siamo fermi per i guasti. La settimana scorsa era il turno delle porte, non si chiudevano. Un mese fa a Borgo San Giacomo la motrice ha perso la coppa dell’olio dopo aver urtato un frigo abbandonato sui binari. Più di una volta sale qualche ubriaco che si stende a dormire nello spazio per i bagagli. I controllori sono una rarità. I bagni inguardabili. E vogliamo parlare delle soppressioni e dei bus non garantiti?».

Melissa Rodini, Maria Piscopo e Mario D’Urso, studenti 18enni di Remedello, prendono il treno alle 6,21 da Remedello per arrivare alle 8 al Cfp Canossa a Brescia. La sera se escono alle 17 e salta una corsa arrivano alle 22. Maria è anche stata derubata: «Mi ero alzata, qualcuno aveva tirato il freno d’emergenza, c’era fumo – dice -. Un ragazzo ha fatto salire un amico rimasto a terra tirandolo su dal finestrino. Io guardavo sbigottita e mi è sparita la borsa». San Zeno, Montirone, Ghedi, Viadana, Calvisano, Visano. Le soste sono rapide, le stazioni sfilano nel buio. Di annunci nemmeno l’ombra. Sapere dove si è arrivati è un mistero. Bisogna sporgersi. I pendolari armeggiano con gli smartphone per consultare la app di Trenord, che dà informazioni in tempo reale. A 18,42 arriviamo a Remedello. Quattro minuti di ritardo. Stando ai dati di Trenord, sulla Brescia-Piadena-Parma nel 2017 ogni giorno erano previste 29 corse nei giorni feriali. «In seguito alla chiusura del ponte di Casalmaggiore – dice l’azienda – abbiamo potenziato il servizio, con 32 corse». Il funzionamento della linea è condizionata «da gravi vincoli: binario unico su 92 chilometri, 80 passaggi a livello, fra cui alcuni privati che impongono di rallentare in un trato a 80 all’ora, contro 120».

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