Latte 'contaminato', un allevatore: "Mai messo in commercio"

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 1 novembre quando il gip si dovrà esprimere sull’eventuale rinvio a giudizio dell’allevatore

I Nas impegnati in verifiche nei caseifici

I Nas impegnati in verifiche nei caseifici

Brescia, 30 settembre 2016 - «Non ho mai conferito ai caseifici latte contaminato dalle aflatossine». Si è difeso così davanti al gip nel corso dell’udienza preliminare l’allevatore di Leno indagato con l’accusa di adulterazione di sostanza alimentare. Si tratta del primo processo per la vicenda aflatossine che vede couinvolte un centinaio di persone. Per l’accusa l’allevatopre avrebbe immesso sul mercato della prosduzione del formaggio latte con valori fuori norma di aflatossine, microtossine prodotte da funghi presenti nei mangimi.

«Mi vengono contestate irregolarità su circa 3mila litri di latte – ha ricordato l’allevatore, difeso dagli avvocati Gianfranco Zanetti e Maurizio Simini rispondendo in aula anche alle domande delle parti civili (Consorzio tutela Grana Padano, Legambiente e Adiconsum) – Nemmeno una goccia di latte contaminato è finito nei processi di trasformazione. Le analisi che hanno individuato i livelli di aflatossine superiori alla norma sono quelle eseguite su un prodotto prelevato da "animali sentinella" che non sarebbe finito ai caseifici».

L’udienza è stata aggiornata al prossimo 1 novembre quando il gip si dovrà esprimere sull’eventuale rinvio a giudizio dell’allevatore. Questa è la prima di altre 8 udienze preliminari per un caso che ha destato molto clamore. Ricordiamo comunque che nessun litro del latte «contaminato» è diventato formaggio.