Novemila aziende col fiato sospeso: senza autostrada la Val Trompia chiude

È il cuore del manifatturiero bresciano, attende l’opera da quarant’anni di Federica Pacella

Code e traffico sulla Statale 345

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Brescia, 28 marzo 2015 - Un'ora e mezzo per percorrere poco più di 15 chilometri. Circa 500 camion transitano, ogni ora, tra Brescia e la produttiva Val Trompia, culla di grandi aziende, tra cui la Beretta. Parliamo di 5.500 mezzi pesanti al giorno, che si sommano ai 44.000 veicoli. Molte aziende sono scappate, lasciando storici stabilimenti per trasferirsi dove ci sono delle infrastrutture più efficienti. «Se lo immagina dover chiamare un cliente e dire che abbiamo perso il volo perché siamo ancora intrappolati in Triumplina?», racconta, sarcastico, Giuliano Baglioni, fondatore di Automazioni Industriali fuggito da Lumezzane, cuore della Val Trompia, per scendere a valle. Eppure la soluzione c’è. La chiamano autostrada della Val Trompia, in realtà è un raccordo autostradale tutto in galleria, lungo 5 km, che da Concesio, nell’immediato hinterland di Brescia, porterebbe a Sarezzo e Lumezzane. Dovrebbe costruirla Anas, su finanziamento di Serenissima, concessionaria della Brescia-Padova, committente dell’opera. Per ora è però tutto congelato. Il 15 giugno scade la concessione, infatti, a Serenissima da parte del Ministero delle infrastrutture e l’unico modo per avere la proroga sarebbe di approvare il progetto esecutivo per la Valdastico Nord in Trentino, dove Serenissima ha contro Regione e Provincia di Trento.

La sorte della Val Trompia è legata a questo progetto: se non si sblocca Valdastico, non partono neanche i lavori a Brescia. Un paradosso, visto che è stata già conclusa la gara d’appalto e che sono stati anche pagati gli espropri (circa 17milioni). «In un momento in cui sembra che ci sia una ripresa, non vorremmo che tutto fosse vanificato per la mancanza di un’infrastruttura che attesa da 40 anni», tuona Marco Bonometti, presidente Aib Brescia. La Confindustria bresciana è scesa in campo contando sulla sensibilità di Matteo Renzi (che ha ora l’interim del Ministero delle infrastrutture) alle ragioni delle imprese. La Val Trompia è cuore del manifatturiero bresciano: sono 9000 le aziende della valle, che impiegano 34.000 lavoratori, per un fatturato di 4,7 miliardi, più un indotto di almeno un miliardo. E molti imprenditori, assicurano da Aib, sarebbero disponibili a rioccupare i capannoni rimasti vuoti e ridare linfa alla valle. «La politica si dia una mossa – conclude Bonometti – e risolva la questione».