Profughi trasferiti dalla Cà Matta a Botta, ma accoglierli non piace a nessuno

Sedrina, i profughi della Cà Matta inseriti in una struttura della diocesi ma l’amministrazione comunale chiede garanzie. Il sindaco: "Posso assicurare che manterremo alta la guardia nell'interesse dei cittadini" di Alessandro Borelli

Uno striscione contro l'arrivo dei profughi nella bergamasca

Uno striscione contro l'arrivo dei profughi nella bergamasca

Botta di Sedrina, 20 agosto 2014 - «La prassi adottata per portare a Botta di Sedrina i circa cinquanta immigrati attualmente presenti in Bergamasca nell’ambito del piano di accoglienza legato all’operazione “Mare nostrum” è stata, quantomeno, non opportuna». Il sindaco di Sedrina, Stefano Micheli, non usa giri di parole per definire lo stato d’animo dell’amministrazione comunale di fronte alla decisione della prefettura, concordata con la diocesi di Bergamo, di far confluire negli spazi dell’ex casa di spiritualità San Giuseppe i 24 extracomunitari fino a sabato scorso accolti alla Cà Matta della Maresana, insieme ai 19 ospitati alla Casa del Bosco di Bergamo e ad altri 10 presenti nell’ex convento delle Angeline di Casazza. Altri 5 profughi, tutti sudanesi, sono arrivati ieri, portati a Botta dai carabinieri.

«Un provvedimento indispensabile per fronteggiare l’emergenza», lo definisce la prefettura ma che, al momento, non sembra essere servito a placare le polemiche. Se, infatti, a Ponteranica la protesta era partita dalla Lega Nord, che aveva dato vita ad un presidio permanente, ora le critiche arrivano dalla maggioranza che, da maggio, guida il municipio di Sedrina e che è guidata da una lista civica. «Fino a prova contraria — sottolinea il primo cittadino — la casa San Giuseppe doveva essere destinata ai ritiri spirituali. Poi, ultimamente, era stata chiusa. Verificherò personalmente l’agibilità degli spazi. Mi pare inappropriato scaricare il peso di queste iniziative sulle realtà locali. Posso garantire che manterremo alta la guardia nell’interesse dei cittadini».

In Comune, per una volta, maggioranza e opposizione parlano con una voce sola: «Ribadiamo con forza la nostra contrarietà alla presenza dei profughi/clandestini alla Botta — dichiara infatti il capogruppo consiliare del Carroccio, Enzo Galizzi — ma ci sembra giusto avanzare anche alcune proposte: controllo sanitario e di ordine pubblico da portare ai massimi livelli e naturalmente a carico dello Stato. Inoltre, visto il disagio sopportato dalla cittadinanza, che almeno il piano di rientro economico del nostro Comune sia agevolato e sostenuto dal prefetto, che ha deciso di inviarci i profughi».