La Lega Nord al raduno di Pontida, Salvini: "Da qui parte marcia verso governo" / FOTO

Sul "sacro pratone" banchetti e striscioni. Per la prima volta nessun intervento dal palco per Umberto Bossi

La foto postata su Instagram da Matteo Salvini a Pontida

La foto postata su Instagram da Matteo Salvini a Pontida

Pontida (Bergamo), 17 settembre 2017 - A Pontida è il giorno del raduno annuale della Lega Nord. Sul 'sacro prato' le sezioni del Carroccio hanno allestito i banchetti e gli striscioni e c'è chi - come ogni anno - ha presidiato la griglia e preparando caffè e colazioni per i militanti che hanno trascorso la notte nel campeggio improvvisato a poche decine di metri dal palco. Oltre agli iscritti della prima ora, ci sono nuovi simpatizzanti partiti dall'Emilia, dalla Toscana e perfino da Roma. Secondo gli organizzatori a Pontida presenti 50mila persone, con oltre 150 pullman. Intorno alle 10 è arrivato il

Tosi, Salvini e Maroni (con la maglia del sì al referendum)
Tosi, Salvini e Maroni (con la maglia del sì al referendum)
segretario della Lega, Matteo Salvini, accolto da un bagno di folla e da cori di incitamento "Matteo, Matteo". Prima dell'inizio della manifestazione, il leader della Lega, con una felpa azzurra con scritto 'Salvini Premier', ha fatto un giro tra gli stand allestiti dai militanti e ha salutato i sostenitori. "Da oggi parte una lunga marcia per cambiare il Paese" ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, al suo arrivo. "Andremo avanti anche senza soldi, chiederemo aiuto agli italiani, ma l'anno prossimo - ha aggiunto - saremo a Pontida con una Lega e un centrodestra al governo, con l'Italia che riparte nel nome del lavoro, della sicurezza e soprattutto della democrazia". 

L'INTERVENTO DI SALVINI - "Quando saremo al governo daremo mano libera alle forze dell'ordine per portare pulizia e sicurezza alle nostre città - ha detto il leader della Lega intervenendo al raduno di Pontida -. La Lega al governo proporrà un progetto di legge per avere giudici eletti direttamente dal popolo. E chi sbaglia paga. E siccome siamo un movimento nato per la libertà, canteremo la legge Mancino e la legge Fiano. Le storie e la legge non si processano".

Salvini è andato poi all'attacco del governo: "Basta con il Jobs Act, noi faremo una riforma del lavoro che sarà fondata sulle certezze, riportando in Italia le migliaia di ragazzi costretti a scappare all'estero per costruirsi un futuro. Questo governo va avanti a colpi di bonus, di elemosine - ha aggiunto-. Noi, come hanno fatto alcuni cantoni in Svizzera, proporremo un minimo salariale sotto il quale non si può andare".Da Pontida Matteo Salvini dà "l'ultima" possibilità di dialogo con gli alleati di centrodestra. "L'ultima chance la diamo oppure 'padroni a casa nostra'", ha scandito il segretario leghista. Salvini aveva criticato le posizioni sulla Turchia di alcuni partiti della coalizione. "Chi vuole governare con la Lega abbia chiaro che la Turchia non è e non sarà mai Europa", ha detto, "meglio soli che male accompagnati". 

LA POLEMICA SU BOSSI -  Per la prima volta il fondatore della Lega Umberto Bossi - presente a Pontida - non ha parlato dal palco. Il suo nome non era nel programma ufficiale, insieme a quelli di Roberto Maroni, Luca Zaia e a quello del forzista Giovanni Toti. "A nome della Lega parlerà il segretario federale, in un momento in cui il partito è sotto attacco" aveva messo bene in chiaro il leader del Carroccio, alla vigilia del raduno. "Noi ci siamo tutti, ma nei momenti eccezionali parla uno" ha ribadito questa mattina. Su questa decisone è intervenuto anche il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni: "dispiace perché Pontida è Bossi - ha detto -. Le decisioni, poi, le ha prese il segretario Matteo Salvini ma per me Bossi a Pontida ha sempre il diritto di parlare". Critico anche Gianni Fava secondo il quale, si tratta di "un errore, anche mediatico". "Nessun movimento politico cancella la propria storia - ha detto l'ex candidato alla segreteria del Carroccio -. Non far fare a Bossi nemmeno un saluto è sbagliato, se oggi siamo qua è grazie a lui". -Il segretario della Lega al termine del suo intervento dal palco, ha ringraziato anche Umberto Bossi senza però nominarlo. "Se voi ci siete, io ci sono. Viva la Lega e andiamo a governare questo Paese", ha concluso rivolgendosi ai militanti. 

BOSSI: "SEGNALE CHE DEVO ANDARMENE""Arrabbiato? Abbastanza. Salvini mi ha detto che non voleva farmi fischiare. Ma è un segnale che devo andarmene via". Così Umberto Bossi si è limitato a rispondere ai giornalisti mentre lasciava il raduno di Pontida gli hanno chiesto un commento sul fatto che per la prima volta non è stato previsto il suo intervento dal palco (VIDEO). 

IL REFERENDUM - Gli interventi di Roberto Maroni e Luca Zaia da Pontida si sono concentrati sui referendum consultivi per l'autonomia di Lombardia e Veneto, in programma tra poco piu' di un mese."Il 22 ottobre possiamo riscrivere la storia", ha affermato il governatore lombardo. "Noi, Lombardia e Veneto, siamo Regioni speciali. Abbiamo abbiamo pagato per anni uno Stato sprecone". "La madre di tutte le battaglie non sono i referendum della Lega ma dei veneti e dei lombardi", ha detto il presidente della Regione Veneto. 

"FORZA LEGA"  - In tre giorni sono cambiate le parole d'ordine di 'Pontida 2017'. La cronaca giudiziaria ha infatti stravolto la scaletta del raduno che ogni anno si tiene nella valle in provincia di Bergamo. L'appuntamento doveva essere concentrato sulla promozione dei referendum per l'autonomia di Lombardia e Veneto. Fino alla doccia fredda di mercoledì, quando i vertici del Carroccio hanno comunicato il blocco di alcuni conti correnti riconducibili al Movimento. Sul palco allestito nella cittadina permane il manifesto in cui campeggia il 'SI' a favore del referendum, e il cartello 'Salvini premier' ma sotto è stato aggiunto uno striscione 'Forza Lega'. Salvini chiuderà con il suo intervento il tradizionale raduno contrattaccando nuovamente sul sequestro dei conti del partito, diventato il tema principale di quest'anno. Il segretario ha ribadito la convinzione che "qualche giudice vuole fermare un partito, magari rispondendo agli ordini di qualcun altro, ma non può mettere il bavaglio a un milione di militanti". Ma ha ricevuto solidarietà da Silvio Berlusconi? "Non l'ho sentito - ha risposto il leader del Carroccio -, ma in questi giorni ho risposto poco al telefono".