Killer dei gatti: li tortura e invia foto su Whatsapp. Disposta la perizia

Gli esperti dovranno stabilire la capacità di intendere e volere del 40enne di Trescore Balneario, a processo per stalking e maltrattamento e uccisione degli animali

Gatti randagi

Gatti randagi

Trescore Balneario, 24 giugno 2016 - Sarà una perizia psichiatrica a stabilire la capacità di intendere e di volere di Marco Facchinetti, il 40enne di Trescore Balneario a processo in tribunale in due distinti dibattimenti: in uno è accusato di maltrattamenti e uccisione di gatti, nell’altro di stalking. La decisione è stata presa ieri da Massimiliano Magliacani, il giudice davanti al quale si celebra il procedimento per stalking, che ha accolto la richiesta di Isabella Colombo, l’avvocato che assiste Facchinetti e che si è già rivolta a un consulente psichiatrico nell’ambito del processo in cui il 40enne deve rispondere di aver ucciso diversi gatti. L’incarico è stato affidato ai professori Giulio Di Mizio e Michele Di Nunzio: il risultato verrà discusso il 26 settembre. Il giudice ha invece rigettato la richiesta del legale di riunire in un unico dibattimento i due processi. Facchinetti è finito alla sbarra come il “killer dei gatti” ed è sottoposto, in quanto ritenuto pericoloso, a sorveglianza speciale decisa dal tribunale di Bergamo. Una misura di prevenzione con una serie di prescrizioni, come il divieto di frequentare pregiudicati e di detenere armi. All’imputato, inoltre, è stata tolta la patente e deve restare in casa dalle 21 alle 6 del mattino. I due processi, pur se celebrati distintamente e con due giudici diversi, sono collegati l’uno all’altro. Nel procedimento per stalking, la presunta vittima di sms e telefonate in cui il complimento più soft è “asinella” (il resto è degno di un vocabolario pornografico), è una delle persone che gli avevano affidato i propri mici, che l’uomo aveva poi torturato e ucciso, inviando poi, attraverso WhatsApp, le foto degli animali torturati e i loro cadaveri. La donna, 44 anni, nel 2014 era stata contattata da “Marco” dopo aver messo su Internet l’annuncio di vendita di cuccioli. Si era però insospettita perchè l’uomo voleva solo la gatta. Allora non gli aveva più risposto. Lui aveva ripreso a contattarla. E qui si sono intersecati i due filoni di indagine.

Lui aveva iniziato a scriverle frasi raccapriccianti. Del tipo: «Strangolo i gatti che sono buoni da mangiare». Le aveva pure inviato la ricetta. «Per fare una teglia, ne servono due adulti o 12 piccoli». Poi le immagini di un micio torturato e un «olè» via sms quando, a tarda notte, le aveva annunciato che il cucciolo era morto. Lei, spaventata, alle 2 di notte era corsa dai carabinieri. In quello stesso periodo, dal maggio al luglio del 2014, alla 44enne erano arrivati anche messaggi e telefonate. Una sorta di compulsione da parte di Facchinetti, anche 10-15 sms in un minuto. Così la donna l’aveva denunciato, dando il via all’inchiesta per stalking.