L’imputato si difende : "Non sono io"

Sergio Domenichini, accusato di omicidio, ha rilasciato dichiarazioni spontanee in tribunale, ricostruendo la giornata in cui è stata uccisa Carmela Fabozzi. Ha negato il coinvolgimento nell'omicidio, ma le prove sembrano contraddirlo. Il processo riprenderà il 14 febbraio.

L’imputato  si difende : "Non sono io"

L’imputato si difende : "Non sono io"

Ieri mattina, nell’aula bunker del Tribunale a Varese, Sergio Domenichini, 67 anni, accusato di aver ucciso Carmela Fabozzi (nella foto), 73 anni, nell’abitazione dell’anziana, nel centro storico di Malnate il 22 luglio 2022, ha rilasciato spontanee dichiarazioni ricostruendo quella giornata. Domenichini, arrestato il 19 agosto, al ritorno dalla vacanza al mare, ha raccontato di aver incontrato e salutato un uomo mentre saliva le scale per arrivare all’abitazione dell’anziana. Quindi di aver suonato il campanello ma dall’interno di non avere ricevuto risposta: è entrato e ha trovato la donna in un lago di sangue. La vittima e Domenichini si conoscevano: il presunto omicida era solito accompagnare gli anziani a fare commissioni, impegnato come volontario della associazione Anteas, un servizio a cui si era rivolta in alcuni casi anche la pensionata. L’imputato ha parlato anche di quella che per l’accusa sarebbe l’arma del delitto, il vaso di vetro sul quale i Ris di Parma hanno isolato le impronte digitali dell’uomo. Ha raccontato di averlo trovato accanto al corpo dell’anziana e di averlo spostato. Nell’abitazione ha messo le mani anche sui cellulari della pensionata, poi gettati nel fiume Olona, secondo la ricostruzione degli investigatori. Ha spiegato di averlo fatto perché aveva chiamato l’anziana e in quel momento temeva per i suoi precedenti penali. Il sessantasettenne ha fornito la sua versione anche riguardo ai gioielli della vittima che secondo l’accusa il presunto omicida avrebbe rubato e poi venduto a un Compro Oro perché gli servivano i soldi per la vacanza al mare. Domenichini ha invece spiegato di essere andato a vendere alcuni gioielli della madre. Una versione non credibile e piena di contraddizioni per l’avvocato di parte civile Andrea Boni. Si torna in aula il 14 febbraio. R.F.