Omicidio di Basiglio, familiari e amici al setaccio

La mano potrebbe essere stata armata da un probabile sgarro o un mancato pagamento

La vittima, Giuseppe Giuliano

La vittima, Giuseppe Giuliano

Basiglio (Milano), 27 febbraio 2019 - Proseguono a ritmo serrato le indagini sull’agguato di cui è rimasto vittima Giuseppe Giuliano, imprenditore edile 64enne freddato con un colpo alla testa e uno al collo lunedì poco prima delle 7.30, all’ingresso del cantiere di Cascina Vione. Quella di ieri è stata una giornata intensa per gli inquirenti, le indagini sono condotte dal Comando provinciale dell’Arma, che hanno risentito alcuni dipendenti dell’imprenditore ucciso, familiari, amici e persone che avevano avuto recenti rapporti di lavoro con la vittima, per ricostruire gli ultimi giorni di vita e capire chi e perché abbia deciso di mettere in atto la vendetta letale. Sulle indagini gli inquirenti mantengono il massimo riserbo anche se è emerso che starebbero seguendo piste ben delineate. Quella su cui le indagini sarebbero maggiormente concentrate è legata ai familiari e ai conoscenti più stretti.

Un mancato pagamento, una promessa non mantenuta o qualche sgarro potrebbero essere all’origine dell’agguato, ma ovviamente i carabinieri non tralasciano nessuna pista, compresa quella che Giuseppe Giuliano possa aver pestato i piedi a qualche collega nel mondo dei cantieri o peggio ancora in quello del movimento terra. Per ora si tratta di sole ipotesi. Resta un fatto: che chi ha teso l’agguato mortale a Giuliano era determinato e non aveva intenzione di dare un avvertimento, ma la sua era una vera e propria esecuzione. Infatti il killer lo ha aspettato, probabilmente nascosto in un cespuglio, nel fossato a fianco all’ingresso del cantiere. Quando Giuliano è arrivato ed è sceso dal furgone bianco intestato alla ditta della moglie, è uscito allo scoperto esplodendo vari colpi di pistola. Due le ferite gravissime, tanto che poche ore più tardi il 64enne è deceduto sotto i ferri all’Humanitas di Rozzano.

Giuliano si era trasferito a Binasco negli anni Novanta. Un precedente alle sue spalle per associazione per ricettazione di tabacchi, nel 1995 e nulla più. Oltre al negozio della moglie, una pescheria a Binasco, lui si occupava del cantiere di Vione dove è in corso la seconda fase del recupero del cascinale medioevale.