FRANCESCA GRILLO
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Coronavirus, l'Sos dei farmacisti a Trezzano: "Anziani o giovani, manca rispetto"

Dottori allo stremo tra chi ignora le regole, pretende mascherine o si presenta malato al bancone

La proprietaria Valentina Prosper con una collaboratrice

Trezzano sul Naviglio (Milano), 14 marzo 2020 - In questo momento di emergenza, in tanti rivolgono un pensiero alle figure del sistema sanitario. Soccorritori, medici, infermieri, operatori sono definiti giustamente "eroi", perché eroica è la determinazione con cui stanno affrontando l’allarme coronavirus. Figure che il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana e l’assessore al Welfare Giulio Gallera hanno da subito riconosciuto come "fondamentali, stanno esaurendo le loro forze per noi". Ma tra queste figure essenziali per affrontare l’emergenza, ci sono anche i farmacisti, non sempre ricordati nel loro impegno in questo momento di crisi, dove gli sforzi devono raddoppiare. E non solo quelli fisici, ma soprattutto quelli mentali, per affrontare "situazioni critiche in un periodo terribile", scuote la testa Valentina Prosper, titolare dell’omonima farmacia in via Brunelleschi a Trezzano. Con la pancia dell’ottavo mese di gravidanza, si muove veloce dietro il banco della farmacia, insieme ad altre due dottoresse. Non passano un bel periodo: "L’emergenza sanitaria sta tirando fuori il peggio delle persone – ammette Prosper –. Rabbia, aggressività, frustrazione: viene tutto sfogato qui dentro, senza motivo. Capiamo benissimo il momento critico, ma stiamo vivendo giorni d’inferno".

Per esempio, sono tante le persone che vanno in farmacia e non trovando le mascherine, esaurite da settimane, inveiscono e insultano le dottoresse. "Ci dicono che le nascondiamo, che le diamo solo a chi vogliamo – racconta –, proviamo a far capire che non ne abbiamo più da diverso tempo e che non sappiamo realmente quando saranno di nuovo disponibili. Niente da fare: certi clienti alzano la voce, ci insultano. Si lamentano anche degli ingressi controllati, come da disposizioni per evitare il contagio e su consiglio del nostro Ordine dei farmacisti: dicono che chiamano le forze dell’ordine, senza capire che lo facciamo anche per la loro salute". E poi ci sono gli anziani, che non hanno ancora capito che non devono uscire di casa e occupano la farmacia senza motivi validi, ma anche giovani che "si presentano con i sintomi influenzali, senza protezioni, senza scrupoli", ancora la dottoressa. Insomma, neanche per i farmacisti il periodo è facile. E come se non bastasse, giovedì hanno subito anche una rapina.

"Intorno alle 9.30 hanno fatto irruzione due giovani italiani, coperti da passamontagna e mascherine – ricorda –. Ci hanno minacciato con una pistola e ci hanno costretto a consegnare l’incasso di due giorni", proprio come successo a Cesano due giorni prima, nella farmacia del quartiere Giardino. Brutti momenti, che si aggiungono al già difficile lavoro di questi giorni intensi. "Noi siamo sempre disponibili, diamo consigli, ascoltiamo e aiutiamo chi è in difficoltà, ora più di prima – ancora Prosper –. Ma in questa emergenza sanitaria ci troviamo di fronte a molta superficialità, scarsa percezione del pericolo, mancanza di rispetto per categorie come la nostra che prestano servizio ai cittadini". La dottoressa lancia un messaggio: "Bisogna essere uniti, ognuno deve fare la sua parte, rispettando le regole e il prossimo. È l’unico modo per uscirne. Inutile sfogare rabbia e frustrazione nei confronti di chi cerca di dare conforto e una mano, tra rischi e difficoltà".