Il caso Cerro al Lambro, la Cattolica studia il controllo di vicinato

Venticinque gruppi attivi nel piccolo Comune di 5mila anime, il record suscita l’interesse dell’università per una ricerca sociologica

Il referente di zona Leonardo Cordone con  alcuni studenti venuti a studiare il caso

Il referente di zona Leonardo Cordone con alcuni studenti venuti a studiare il caso

Cerro al Lambro (Milano), 19 dicembre 2019 - Nel controllo del vicinato, Cerro al Lambro fa scuola. I guardiani naturali del territorio, che da anni sono attivi nel piccolo Comune del Milanese, sono diventati ora anche oggetto di studio. Nell’ambito di un più ampio progetto di ricerca sul controllo del vicinato, tre laureandi del corso di sociologia dell’università Cattolica di Milano sono stati incaricati di approfondire proprio il caso di Cerro al Lambro, un paese di 5.100 abitanti, dove sono attivi ben 25 gruppi di cittadini, per un totale di 250 famiglie, impegnati nel monitoraggio di strade e quartieri. Nel pomeriggio di ieri Chiara Ranzani, Alina Dorosenco e Gianmarco Colombo hanno fatto una "passeggiata etnografica" nelle vie del paese. Con l’occasione, i ragazzi hanno scattato fotografie, preso appunti e scambiato due parole col referente locale del progetto, Leonardo Cordone.

«Si è trattato di una giornata introduttiva e un primo contatto col territorio. Seguiranno interviste e un report conclusivo", spiegano. Il focus su Cerro al Lambro s’inserisce in un’indagine sociale qualitativa che coinvolge in totale 80 studenti del corso di sociologia della Cattolica, "ai quali si insegna a fare ricerca sul campo – dice la docente responsabile del programma, Cristina Pasqualini -. Ogni anno si decide un tema: quest’anno si è scelto il controllo del vicinato e si è creata una partnership scientifica con l’omonima associazione". Gli studenti sono divisi in piccoli gruppi di lavoro, ognuno dei quali analizza un Comune, per un totale di 31 realtà della Lombardia. Per ciascun Comune si studia l’impatto che il controllo del vicinato ha avuto sulla popolazione, in termini di relazioni sociali e percezione di sicurezza. "Uno degli obiettivi è capire perché in alcuni contesti l’iniziativa attecchisce meglio che in altri".

A Cerro il controllo del vicinato è stato lanciato nel 2016 e ha subito trovato terreno fertile. In breve tempo si sono costituiti vari gruppi, decisi a collaborare con vigili e carabinieri per cercare di mantenere l’ordine pubblico e prevenire gli episodi di micro-criminalità. I cittadini che aderiscono all’iniziativa non organizzano ronde né pattugliamenti, ma si tengono in contatto via whatsapp per scambiarsi le informazioni in tempo reale. In caso di situazioni sospette o pericoli concreti, vengono allertate le forze dell’ordine, per un pronto intervento. In questo modo si cerca di salvaguardare la sicurezza, ma "si rafforzano anche i legami tra i residenti", conferma Leonardo Cordone. Nel Sud Milano sono diversi i Comuni che stanno cercando di far decollare il controllo del vicinato, sul modello di Cerro.