(S)punti di vista. Calhanoglu e quel “post“ che dice tanto

Giulio Mola, la vendetta sportiva di Calhanoglu: dal rigore nel derby all'esultanza con le mani alle orecchie, fino allo scudetto con l'Inter. Dopo insulti e polemiche, il turco ha costruito la sua rivincita con pazienza e determinazione, celebrando la vittoria sui social.

Mola

Una “vendetta“ sportiva servita fredda, a piccole dosi. Il rigore segnato nel primo derby e quell’esultanza con le mani alle orecchie, prestazioni sempre di livello, lo scudetto lunedì sera. Davanti ai suoi ex tifosi, che dopo il danno hanno incassato la beffa. Perché la “rivincita“ doveva essere perfetta, e Hakan Calhanoglu dopo l’addio rumoroso al Milan, un tricolore perso e gli insulti ricevuti dal popolo rossonero tradito (anche qualche polemica di troppo con Zlatan Ibrahimovic), la sua rivincita se l’è costruita bene. E’ stato fra i calciatori nerazzurri che più di tutti sentiva di la stracittadina decisiva per la seconda stella e dopo la festa in campo (ma si è prodigato anche per calmare gli animi nei momenti di tensione) la sua gioia è esplosa sui “social“ dove ha postato il primo messaggio da campione d’Italia. Togliendosi qualche sassolino. Un giorno atteso tre anni durante i quali il turco ha lottato per raggiungere il meritato traguardo: "Sempre calmo, sempre paziente, sempre concentrato e ora ricompensato. Forza Inter". Questa è la didascalia, ma la raffigurazione racconta ancora meglio il senso di rivalsa di uno dei leader dell’Inter di Simone Inzaghi: al centro si vede lui con le cuffie alle orecchie, dietro una folla di persona con cartelli offensivi: serpente, clown, traditore. Un po’ come dire: mi avete offeso dopo l’addio al Milan nel 2021, non vi ho ascoltato e ora ho vinto.

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