Milan, Leonardo è il futuro dt: la Curva non ci sta

I tifosi non dimenticano il passaggio all’Inter, ma Elliott ha scelto: il brasiliano vicinissimo al ritorno

Le scritte sui muri apparse intorno a San Siro e Casa Milan

Le scritte sui muri apparse intorno a San Siro e Casa Milan

Milano, 16 luglio 2018 - Leonardo resta il nome più caldo per la poltrona di direttore tecnico del Milan, ma una parte della tifoseria è volta ad ostracizzare questa nomina ad ogni costo. Dopo il comunicato a filo di spada della Curva Sud («Leonardo ha saputo solo sputare su questi colori»), ecco le scritte sui muri apparse nel corso della notte, intorno a San Siro e Casa Milan. «Leonardo non lo vogliamo», si legge in giro. Una continua presa di posizione nei confronti dell’ex fantasista, osservatore e allenatore del Milan, a cui i tifosi non perdonano il passaggio sulla panchina dell’Inter, appena sei mesi dopo l’addio ai rossoneri.

Che il rapporto si fosse incrinato è storia nota e nemmeno recente: era infatti il 2 aprile 2011 quando la Curva Sud, in un derby decisivo per lo scudetto, mostrò una coreografia diretta, per non lasciare dubbi. «Giuda interista», lo striscione srotolato sotto la rappresentazione dell’Ultima cena, dipinto proprio dell’omonimo del brasiliano. «Leonardo da Vinci, Leonardo da Perdi», cantarono alla fine di quel derby, terminato 3-0 per il Milan che si cucì mezzo tricolore sul petto. L’altra metà, con Allegri in panchina, se lo rammendò a Roma, con un altro caso diplomatico: Gattuso e Abate infatti, sotto lo spicchio rossonero all’Olimpico, intonarono cori poco carini verso il brasiliano («uomo di m...»). Ora potrebbero essere l’allenatore e un giocatore - quello con la militanza maggiore, per altro - del nuovo Milan guidato da Leonardo dietro la scrivania. L’ironia della vita. Ma la scelta sembra fatta e i contatti sono serrati. Il fondo di Paul Singer vede in Leonardo un manager di comprovata esperienza (con i soldi degli Sceicchi ha elevato il Psg nell’Olimpo del calcio), un profilo internazionale (parla 5 lingue) e un talent scout eccezionale: se Kakà arrivò al Milan, fu infatti merito di una sua segnalazione ad Ariedo Braida.