Evani, il Milan e quella nostalgia di San Siro: "Spalti pieni, eppure eravamo in B"

Il Meazza, il provino a 14 anni e quella telefonata mai fatta a Berlusconi. I ricordi di "Chicco", ora in azzurro con Mancini

Evani con Maldini dopo la conquista della Coppa dei Campioni nel 1989

Evani con Maldini dopo la conquista della Coppa dei Campioni nel 1989

Milano, 30 marzo 2019 -  San Siro, il provino con il Milan a 14 anni e quella telefonata mai fatta a Berlusconi. Alberico Evani, allenatore in seconda della Nazionale di Mancini ed ex calciatore di Milan e Sampdoria, si è ritratto nell'autobiografia «Non chiamatemi Bubu». E già il titolo svela qualcosa del protagonista, che quel nomignolo nato sui campi di gioco per una presunta somiglianza col personaggio del cartone animato, non l'ha mai apprezzato. «Meglio Chicco».

Al Milan arriva all'età di 14 anni, dopo un provino singolare: «Quando io e Battistini siamo atterrati a Linate non c'era nessuno ad attenderci. Pensavamo di aver sbagliato giorno, in realtà Italo Galbiati era in piscina; e per fortuna ha deciso di mettersi un paio di scarpe e di incontrarci, altrimenti quella maglia non l'avremmo mai indossata». In rossonero vince tutto, e le emozioni non si contano. Indelebile quella del gol nella finale di Coppa Intercontinentale nel 1989 a Tokyo, ma ben impressa anche l'assenza per infortunio nella storica semifinale tra Milan e Real Madrid finita 5-0 per gli undici di Sacchi. «Un ricordo dolceamaro, perché il giorno prima della partita un giovanissimo Demetrio Albertini mi ruppe la caviglia durante una partitella».

Dopo tredici stagioni in rossonero passa alla Sampdoria, dove milita fino al '97. E nonostante Berlusconi gli ribadisca in più occasioni che basterebbe una telefonata per tornare «a casa», Evani quella telefonata non la fa, senza mai pentirsene. Legato ad entrambi i club, alla vigilia di Sampdoria – Milan, tifa per i rossoneri in Champions e parla della possibilità di vedere Vialli presidente del club blucerchiato: «Sarebbe un bel regalo ai tifosi doriani e a tutto il movimento calcistico, perché Gianluca si è sempre distinto per umanità, cultura ed equilibrio sia dentro che fuori dal campo». A Proposito di campo, Chicco Evani ha un'idea ben chiara sul futuro dello stadio San Siro: «Demolirlo È come se a Roma abbattessero il Colosseo. A me ha lasciato immagini meravigliose e se dovessi sceglierne una sarebbe il sold out sugli spalti con il Milan in Serie B».