Un Natale di tradizione. Perché durante le feste, anche il nuovo Piccolo di Claudio Longhi mette in soffitta il baule della ricerca, dei grandi progetti partecipati. Per tornare all’arrosto della nonna. Si fa per dire, ovviamente. Titoli e artisti straconosciuti, destinati a un pubblico eterogeneo, con un’attenzione speciale per le famiglie. E così mentre ormai sta per terminare la “Trilogia della Città di K.” di Fanny&Alexander, allo Strehler già ci si prepara per l’arrivo di Ascanio Celestini, in scena il 23 dicembre con “Rumba. L’asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato”. Due ore in compagnia di uno dei protagonisti più amati del teatro di narrazione, affiancato dalle musiche di Gianluca Casadei. Per un lavoro in cui Celestini si immagina come San Francesco vivrebbe la povertà nell’Italia contemporanea e chi sceglierebbe come compagni di strada. Per essere ancora una volta servo dei poveri. Il tutto partendo da due interrogativi che rimangono come sospesi, smuovendo qualcosa sotto pelle: perché la sua figura ci affascina ancora dopo otto secoli? E dove lo troveremmo oggi? Un affresco sui tanti Francesco del nostro tempo. Senza dimenticare il racconto di come nacque il presepe, nella notte di Natale del 1223. Replica unica, alle 19.30. Ma lo spettacolo sarà poi anche al Carcano a gennaio.
E sempre lo Strehler si aprirà di nuovo quest’anno allo “Slava’s Snowshow”, classico delle feste. Si è cresciuti insieme. E rimane spettacolo fra i più belli da vedere con la famiglia. Dove si ritrova tutta la poesia del clown russo. In quadri scenici curatissimi, diventati veri e propri cult. Come quando improvvisamente inizia a nevicare in platea. Dopo essere stati travolti da giganteschi palloni colorati. "Un giorno mi resi conto – racconta Slava – che volevo creare uno spettacolo che ci riportasse ai nostri sogni d’infanzia. Uno spettacolo che aiutasse le persone che sarebbero venute a teatro a liberare dall’ossessione dell’età adulta, i bambini e le bambine che erano stati...". Ed ci riesce piuttosto bene. Giovedì 28 il debutto, poi repliche fino al 14 gennaio. Mentre ci si deve spostare allo Studio Melato per il nuovo lavoro dei Colla: “Il Canto di Natale”. Dal racconto di Dickens, una riduzione per marionette basata sugli appunti di Eugenio Monti Colla, regia di Franco Citterio e Giovanni Schiavolin. E anche qui si inizia il 28, poi tutte le feste. E al Grassi? Per via Rovello bisogna aspettare l’11 gennaio, debutto di “Ho paura torero”, romanzo cult di Pedro Lemebel con cui il direttore Longhi torna alla regia. Una parabola di formazione. Scritta da una delle icone queer della letteratura sudamericana. Intreccio di storie. Nell’orizzonte del secondo Novecento cileno. Con protagonista Lino Guanciale. Da vedere.