Coronavirus, l'Sos dei medici di base a Cinisello: "Nemico subdolo, famiglie terrorizzate"

Il dottor Roberto Stigliano: il telefono squilla 100 volte al giorno, il supporto psicologico è fondamentale

Roberto Stigliano è uno dei 65 medici di famiglia in prima linea a Cinisello

Roberto Stigliano è uno dei 65 medici di famiglia in prima linea a Cinisello

Cinisello Balsamo (MIlano), 20 marzo 2020 - Il termine medici di base” in questo momento forse è il meno adatto. Per molti di loro, che in questi giorni di emergenza stanno vivendo a contatto con i pazienti più deboli e con i malati, la dicitura “medici di famiglia” è più vera e calzante. Sono 65 i medici di famiglia in prima linea a Cinisello Balsamo e da settimane il coronavirus è diventato il loro principale nemico. Un avversario subdolo e invisibile che sta mettendo a dura prova la loro tenuta fisica e psicologica. A raccontare lo stato d’animo di molti di loro è Roberto Stigliano, medico chirurgo di lunga data, fondatore della Fondazione Cumse, che da anni vive tra Cinisello l’Africa, dove gestisce ospedali e salva persone dalle morti più terribili.

"Siamo i prima linea anche qui e le condizioni psicologiche di frustrazione e a volte di impotenza sono le stesse", racconta. "Il mio telefono squilla 100 volte al giorno – spiega –, dall’altra parte ci sono persone spaventate, preoccupate. Ma soprattutto ci sono persone che hanno bisogno di essere informate in modo corretto rispetto a un nemico che è totalmente invisibile e incomprensibile". Stigliano ha scelto di lasciare il suo ambulatorio aperto e di visitare i suoi pazienti costantemente per cercare di curare i sintomi psicologici come la paura, prima ancora di quelli fisici.

"Il problema principale è che quest’anno più che in passato si stanno incrociando diversi virus influenzali e parainfluenzali, rendendo ancora più dura l’individuazione dei sintomi del coronavirus – dice il medico -. Ci sono pazienti che presentano febbre, magari per giorni, ma rientrano in quei casi sospetti che gli ospedali non hanno accettato. Questo rischia di dare vita a situazioni di grave stress nei pazienti che temono per la loro salute. Il nostro compito è invitare le persone a stare in quarantena e seguire costantemente l’evoluzione dei loro sintomi".

Il problema per realtà come Cinisello Balsamo è che si fatica ancora a capire quale sia la reale portata dell’infezione. I numeri ufficiali parlano di poco più di una ventina di casi positivi. Negli studi medici però si registrano decine di casi riconducibili al virus, ma che non sono verificabili perché i tamponi non esistono. "Le autorità sanitarie non hanno ben compreso che i medici di famiglia giocano un ruolo fondamentale nella catena di assistenza – conclude Stigliano -. Noi siamo in prima linea, ma le autorità hanno impiegato tre settimane a inviarci presidi di sicurezza. Le mascherine le abbiamo ricevute dal sindaco Ghilardi. Non si è ben compreso che se i medici si ammalano, viene meno un ingranaggio fondamentale".